Le pillole anticoncezionali non sono tutte uguali: scopriamo come sceglierle e quando è davvero necessaria la prescrizione medica
Rendere la pillola anticoncezionale disponibile senza prescrizione medica è una buona idea? Se si tratta della pillola progestinica, sembra proprio di sì: i rischi, infatti, sono quasi inesistenti. Per la pillola estro-progestinica, invece, il controllo medico è fondamentale. Questo tema, già affrontato più volte in passato, è tornato attualissimo a causa della prima richiesta, recentemente ricevuta dalla Food and Drug Administration statunitense, di rendere disponibili come farmaci da banco, gli anticoncezionali orali progestinici, privi di estrogeni.
IL PUNTO DI VISTA STATUNITENSE
Secondo gli esperti di salute riproduttiva statunitensi, le pillole anticoncezionali, sia progestiniche sia estro-progestiniche, sono sicure e i rischi legati alla sua assunzione inferiori rispetto al rischio di gravidanza e paragonabili a quelli di altri farmaci da banco. Le pillole anticoncezionali e altri contraccettivi ormonali, per quanto siano coperti da quasi tutti i piani di assicurazione sanitaria perché considerati cure sanitarie preventive, continuano ad avere un’importante barriera: la prescrizione medica per ottenerli. In un momento storico così complesso, che gli Stati Uniti stanno vivendo a causa della decisione della Corte Suprema di limitare fortemente i diritti all’aborto nel Paese, la contraccezione ha assunto una nuova urgenza e la prescrizione medica è sempre più un ostacolo. Molte donne devono aspettare fino a sei mesi prima di poter avere accesso a uno studio medico e ottenere una ricetta, aumentando il rischio di incorrere, nel frattempo, in una gravidanza indesiderata. Tuttavia, non è possibile generalizzare, ma vanno tenute conto le differenze tra le diverse pillole: quanto sono sicure e per chi sono adatte?
PILLOLA PROGESTINICA: QUANTO È SICURA?
La pillola progestinica, contenente solo ormoni che mimano l’azione del progesterone e priva invece di estrogeni, risulta essere il contraccettivo più sicuro in assoluto. Sono proprio gli estrogeni, infatti, gli ormoni a essere comunemente associati a eventuali rischi cardiovascolari, cerebrovascolari e trombotici. «La pillola progestinica – spiega la professoressa Rossella Nappi, responsabile dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo dell’Università di Pavia – è controindicata solo per due donne ogni 100, ovvero per coloro che hanno avuto tumori ormone-dipendenti o che soffrono di patologie molto rare. La non tossicità della pillola progestinica è rappresentata anche dalla possibilità di poterla assumere in allattamento, senza alcuna conseguenza né per il latte materno, né per il bambino. Per queste motivazioni, sono molto favorevole all'idea che in farmacia sia disponibile una contraccezione progestinica, consentendo alla donna di scegliere in autonomia, e in tempi brevi, di assumere un contraccettivo ormonale sicuro ed efficace. Certamente, nel momento della vendita sarebbe importante che i farmacisti, dopo aver prestato un breve counseling in materia di riproduzione, facessero presente l’importanza di effettuare appena possibile una visita ginecologica per capire se esistano contraccettivi più adatti alla specifica situazione».
OLTRE LA CONTRACCEZIONE
La contraccezione orale progestinica ha effetti benefici extracontraccettivi: riduce il flusso ematico, lo rende meno doloroso e aiuta a lenire la sintomatologia di alcune patologie come l’endometriosi. Oltre alle donne, anche il Sistema Sanitario Nazionale potrebbe giovare della liberalizzazione della pillola progestinica. «Nonostante in Italia l’accesso a visite ginecologiche sia più semplice e veloce rispetto ad altri Paesi, alle volte capita di dover fare i conti con le liste di attesa. Soprattutto in un periodo particolare come questo, in cui il Covid-19 ha ulteriormente allungato i tempi di attesa, rendere la pillola progestinica un farmaco da banco potrebbe aiutare a snellire la situazione. In questo modo, il Sistema Sanitario Nazionale non sarebbe così sovraccaricato da visite specialistiche di cui altre pazienti potrebbero avere più urgenza, e le donne sarebbero libere di iniziare una contraccezione sicura in tempi brevissimi. Nelle settimane successive avrebbero tutto il tempo di programmare una visita specialistica con il ginecologo per valutare al meglio la situazione».
QUALI SONO I LIMITI?
Perché le donne attuino scelte consapevoli, è opportuno fare presente che, nonostante la pillola progestinica sia sicura, non è priva di qualche limite. «L’assunzione di una pillola progestinica – chiarisce la professoressa Nappi – non garantisce il pieno controllo del ciclo: le mestruazioni potrebbero essere irregolari e potrebbero verificarsi delle perdite ematiche, il cosiddetto spotting. Pur non rappresentando sintomi pericolosi per la salute della donna, possono risultare fastidiosi e determinare una sensazione di insicurezza. Lo spotting, solitamente, è conseguenza di un’assunzione poco precisa. L’orario dovrebbe essere sempre lo stesso, con una finestra di assunzione che non dovrebbe superare le tre ore di variabilità fino massimo alle dodici ore. Più l’assunzione sarà precisa, più lo spotting si ridurrà. Inoltre, attenzione particolare deve essere prestata da parte di donne obese: alcuni dati suggeriscono che la contraccezione solo progestinica potrebbe non essere efficace in caso di indice di massa corporea molto elevato».
QUANDO SERVE LA PRESCRIZIONE?
La situazione cambia radicalmente quando si parla di pillole estro-progestiniche. Contenendo estrogeni, oltre al progestinico, aumenta, seppur in bassissima misura, il rischio cardiovascolare, cerebrovascolare e trombotico. In questo caso, l’assunzione previa prescrizione medica risulta fondamentale, anche se è giusto ricordare che a volte eventi trombotici possono essere imprevedibili e verificarsi anche in donne apparentemente sane. «Le pillole estro-progestiniche non dovrebbero essere prescritte alle donne fumatrici, obese e over 35 con fattori di rischio. Il medico di medicina generale o il ginecologo, prima di prescriverla, deve valutare attentamente peso corporeo, pressione arteriosa e abitudine al fumo di sigaretta. Effettuando una visita sarà più facile decidere quale contraccettivo sia meglio, calcolando il rapporto rischio-beneficio. Il medico potrebbe decidere di prescrivere una pillola che, pur avendo un lieve rischio aumentato di eventi avversi, sia utile alla donna per il suo benessere, ad esempio come terapia per l’ovaio policistico o per migliorare l’acne».
QUANTE DONNE SCELGONO LA PILLOLA?
Tutti i metodi di contraccezione, anche di emergenza, pensati e impiegati per evitare gravidanze indesiderate, hanno un altro importante fine che ne consegue: limitare il numero degli aborti, legali e clandestini. Sono 74 milioni le donne che, nel mondo, ogni anno affrontano gravidanze indesiderate, in ragione di questo dato si stima che ogni anno vengano effettuati circa 25 milioni di aborti, con 47.000 morti materne. I contraccettivi orali estro-progestinici di ultima generazione rappresentano circa il 46% dei consumi di contraccettivi, mentre i progestinici sono usati in misura minore. «L’assunzione della pillola del giorno dopo, per cui non esiste più l'obbligo di prescrizione medica e il suo consumo è aumentato del 18,2% rispetto all'anno precedente – commenta il professor Francesco Scaglione, docente di Farmacologia all’Università degli Studi di Milano e farmacologo clinico all’Ospedale Niguarda – , può essere gestita autonomamente dalla donna. Nel caso di rischio di gravidanza indesiderata, dunque, non sarà necessario recarsi dal medico, dilatando i tempi. Allo stesso modo, visti i limitati rischi, anche le pillole progestiniche potrebbero essere vendute da banco. I farmacisti, opportunamente informati e formati su questi aspetti potrebbero essere di grande aiuto alle donne che si accingono a prendere la pillola; tuttavia, un consulto dal medico per essere certi che la paziente non abbia disfunzioni, anche se non obbligatorio, lo consiglierei».
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Fonti
Caterina Fazion
Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile