Anche se tra le cause di parto prematuro vi può essere una predisposizione genetica, la prevenzione di stili di vita inadeguati rimane l'arma efficace per evitare le nascite pre-termine
Un caso limite. Una bimba nata dopo sole 24 settimane di gestazione e dal peso piuma di 240 grammi.
Stiamo parlando della neonata statunitense che venne alla luce a Los Angeles lo scorso 30 agosto.
A distanza di 5 mesi, la piccola ha potuto finalmente abbandonare l'ospedale dopo aver raggiunto il peso ottimale di 2,2 chilogrammi.
Questa storia a lieto fine riaccende i riflettori sulle nascite premature. Secondo gli ultimi dati OMS il problema dei nati pre-termine, cioè prima della 37/a settimana di gestazione, riguarda ogni anno nel mondo circa 13 milioni di bambini, 40 mila solo in Italia, pari al 6,9% delle nascite che avvengono nel nostro paese.
Escludendo i parti gemellari e quelli derivanti da fecondazione assistita, dove il tasso di nati prematuri è alto (50% e 30% rispettivamente), gli stili di vita possono giocare un ruolo importante.
Ne abbiamo parlato con la professoressa Iolanda Minoli, scienziata di fama mondiale che ha creato alla fine degli anni ’60 in Italia nella Maternità Macedonio Melloni di Milano, la prima Divisione di Patologia Perinatale unitamente alla Unità Neonatale di Terapia Intensiva.
In questa Divisione, divenuta centro di riferimento internazionale per l’assistenza dei neonati a rischio, ne vennero assistiti più di 15.000 provenienti dall’Italia e dall’estero.
PROBLEMI RESPIRATORI
I neonati a rischio in Italia sono pari al 18-20% di tutte le nascite e di essi i prematuri, ovvero i nati prima del termine di gestazione, rappresentano circa l’7%. «In assenza di gravi patologie un bambino prematuro va portato il più fisiologicamente possibile dalla prematurità alla maturità.
Questo è un concetto spesso sottovalutato» dichiara la Minoli. Il problema principale dei bambini prematuri è rappresentato dalla difficoltà a respirare poiché le cellule dei polmoni non sono ancora mature.
Il processo che porta queste cellule a maturare avviene in continuazione giorno dopo giorno. «Rianimare un bambino prematuro è per me un dovere. E’ solo questione di cure e tempo, quello necessario affinché le cellule bronchiali si differenzino in polmonari e facciano respirare autonomamente il bambino. Ciò non è accanimento terapeutico, lo diventa solamente nel momento in cui dopo diversi giorni non si vedono segni della presenza di nuove cellule polmonari» continua la Minoli.
CAUSE MULTIFATTORIALI
«Anche se tra le cause di un parto prematuro vi possono essere componenti patologiche o genetiche, molto è dovuto agli stili di vita non sempre consoni al periodo della gravidanza.
Stress, lavoro intenso, alimentazione in stile “fast food” e fumo di sigaretta sono alcuni dei principali comportamenti da evitare» spiega la Minoli.
Per questa ragione è importante svolgere un’intensa attività di prevenzione. Tra i desideri della Professoressa vi è infatti quello di poter organizzare riunioni, conferenze per le giovani donne che abbiano il desiderio di avere un figlio netta vita e quindi possano rendersi conto del come devono comportarsi, già da ragazze, per non creare rischi alla salute del loro futuro bambino.
Oltre a un’intensa attività di prevenzione una degli obiettivi della Minoli è anche quello dell’istituzione del fisiopatologo della gravidanza, figura fondamentale che aiuterebbe ad intraprendere corretti stili di vita alla donna sia prima che durante la gravidanza.
CASI LIMITE
Uno dei casi limite della lunga carriera della professoressa Minoli è quello rappresentato da Valentina. «Nacque che pesava circa 450 grammi per 30 centimetri di lunghezza. La ventilammo per due settimane di seguito e poi quando fu matura venne dimessa».
Oggi Valentina ha superato i 21 anni, è sana, bella ed è aiuto chef in un ristorante. «Vorrei anche dire che è in corso di pubblicazione un nostro lavoro che avrà il titolo: “1370 gr in 4 alla nascita: tre hanno superato i 21 anni”. Una di loro è Valentina, le altre sono statunitensi: Monica alla nascita pesava 380 gr, è studentessa di medicina; Maddalena alla nascita pesava 280 gr, è musicista; Ramona alla nascita pesava 260 gr ed ha solo 4 anni: tutte godono di buona salute.
Questa storia -conclude la Minoli- deve essere d’aiuto per tante mamme che vivono l’esperienza di una gravidanza conclusasi con un parto prematuro».
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.