I lavori su turni sono già risultati tra i fattori di rischio metabolico e cardiaco. Uno studio ora investiga l'impatto sulla salute polmonare e il rischio di ammalarsi di asma
![Lavorare di notte aumenta il rischio di ammalarsi di asma](https://www.fondazioneveronesi.it/uploads/thumbs/2021/04/08/asma-turni-di-notte_thumb_720_480.jpg)
Lavorare di notte - sempre oppure a turni - si sa che non è salutare. Ora uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Thorax sembra aggiungere un nuovo capitolo: questi lavoratori avrebbero un accresciuto rischio di ammalarsi di asma (in forma moderata o severa). Nei Paesi industrializzati circa 1 dipendente su 5 fa orari del genere. Questo fa sì che il proprio orologio interno (ritmo circadiano, sulle 24 ore) sia sfasato rispetto al ciclo esterno della luce e del buio.
QUALE RELAZIONE TRA ASMA
E FUMO DI SIGARETTA?
IL LAVORO SU TURNI E IL RISCHIO DI AMMALARSI DI ASMA
Tale sfasamento risulta già associato a un maggior rischio di sviluppare varie malattie metaboliche, disturbi cardiovascolari e diverse forme di cancro. I ricercatori intendevano anche appurare il possibile impatto del cronotipo della persona (detta «allodola» se si sveglia presto e vitale al mattino, «gufo» se non andrebbe mai a letto la sera) su un’eventuale predisposizione a sviluppare l’asma. Per questo, tra il 2007 e il 2010, hanno arruolato 286.825 partecipanti desumendone i dati dalla UkBiobank, cioè la banca dei dati biologici del Regno Unito. Tutti i partecipanti avevano tra 37 e 72 anni di età, lavoratori dipendenti o in proprio. L’83 per cento faceva orari di ufficio, il 17 per cento lavorava a turni di cui la metà di notte. I turnisti - rispetto ai lavoratori d’ufficio - erano per lo più uomini, fumatori, vivevano in aree urbane o nelle periferie. Risultavano bere meno alcol, dormire meno e lavorare più ore. Si è visto che il 5 per cento di tutti coloro che sono stati coinvolti nello studio aveva l’asma (da moderata a severa). Fatti i conti, anche degli altri possibili fattori di rischio, è risultato un significativo incremento del rischio di malattia (+36 per cento) tra quanti lavoravano sempre di notte rispetto agli impiegati degli uffici. Quanto ai due possibili cronotipi, sia le «allodole» sia i «gufi» sono risultati passibili di soffrire d’asma: con un incremento più significativo tra chi è abituato a svegliarsi presto per lavorare su turni mobili (notti comprese).
L'asma si combatte (anche) a tavola
I RITMI CIRCADIANI SI MODIFICANO CON L'ETÀ
Lo studio in questione è di tipo osservazionale. Non può collegare i fatti nel rapporto causa-effetto. Ma può offrire comunque ipotesi e suggerimenti. Potrebbe essere dunque plausibile che lo sfasamento circadiano tra l’orologio interno e quello esterno apra la via all'insorgere dell’asma. È infine interessante notare - aggiungono i ricercatori - che con il tempo i ritmi circadiani tendono a modificarsi, spostandosi verso sera per i giovani e muovendosi al contrario per gli adulti. I quali, pertanto, potrebbero trovare più arduo adattarsi alla veglia notturna. «Questa ricerca è interessante, perché pone l'attenzione su una correlazione nuova e finora studiata soltanto in Brasile - commenta il cronobiologo Roberto Manfredini, docente di medicina interna all’Università di Ferrara -. In quel caso, come lavoratori notturni furono scelti i poliziotti. I colleghi si focalizzarono, più che sull’asma, sullo stato di salute dei polmoni. Oltre che che sullo stress percepito, sulla sonnolenza diurna e sull'infiammazione sistemica. Anche quello era uno studio osservazionale, con i limiti che ne derivano. Ma si sta probabilmente aprendo un settore di interesse per la ricerca scientifica».
![Serena Zoli](/uploads/thumbs/2024/02/20/fuv-23-novembrecapture0390ok_1_thumb_250_250.jpg)
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.