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Daniele Banfi
pubblicato il 12-12-2011

E' necessaria una Dichiarazione Universale sui diritti umani e il buon governo



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La sfida dei diritti umani è un impegno di tutti: scienziati, politici e giuristi. A dirlo è Antonio Papisca, docente di Relazioni Internazionali all'Università degli Studi di Padova

E' necessaria una Dichiarazione Universale sui diritti umani e il buon governo

La sfida dei diritti umani è un impegno di tutti: scienziati, politici e giuristi. A dirlo è Antonio Papisca, docente di Relazioni Internazionali all'Università degli Studi di Padova

«Il nuovo diritto internazionale derivante dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani stabilisce che l'obiettivo di qualsiasi azione, comprese quelle in ambito scientifico, sia il rispetto della persona, e il fatto che le sue necessità vengano soddisfatte all'interno della “nuova” condizione umana, caratterizzata dall'interdipendenza e dalla globalizzazione su scala planetaria». E' con queste parole che Antonio Papisca, professore emerito dell'Università di Padova e docente di Relazioni Internazionali, apre il suo discorso alla conferenza mondiale Science for Peace organizzata dalla Fondazione Umberto Veronesi.

«Questo concetto -spiega Papisca- contraddice il positivismo giuridico e, più in generale, la scienza vista come circuito chiuso, completamente estranea all'etica universale». Nel vecchio concetto stato-centrico di diritto internazionale invece, il diritto a perseguire una guerra e quello di giustiziare un individuo erano considerati attributi naturali della sovranità statale.

La conoscenza sistemica dei diritti umani invece può realmente contribuire al progresso della scienza in tutte le sue discipline. «Essa -continua Papisca- costruisce ponti tra specifiche aree del sapere e ci obbliga ad abbandonare i diversi determinismi, ad esempio la barbarità primitiva di alcuni approcci teorici».

L'internazionalizzazione dei diritti umani ha dato il via a una mobilitazione epistemologica e teleologica che concerne le cause e i fini, non solo per quanto riguarda le biotecnologie e la medicina, ma anche nel campo della tutela dell'ambiente, del disarmo, dell'istruzione e formazione ecc... . Gli scienziati richiamati a questo compito, tutti coinvolti sullo stesso piano di rilevanza, comprendono biologi, fisici e oncologi, oltre a studiosi di teoria politica, economisti ed educatori.

«Penso a Bertrand Russel, era un grande logico e matematico. Ma al tempo stesso era un pacifista. Il Tribunale Russel contro i crimini di guerra, inventato dallo studioso Gallese, fu il predecessore dell'attuale Corte Penale Internazionale. Il paradigma dell'etica come esemplificato, nei settori della biologia e della medicina, dalla Dichiarazione sui diritti umani e la bioetica e dalla Convenzione di Oviedo, va applicato a tutte le scienze. Nel futuro più immediato mi auguro di assistere alla nascita di una Dichiarazione Universale sui diritti umani e il buon governo per un ordine mondiale più equo e pacifico».


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