Grazie all’invenzione del formaggio FriP, arricchito con carbonato di calcio, in grado di neutralizzare i fosfati, i pazienti nefropatici possono gustare questo alimento proibito
Per un paziente con problemi renali, impostare una dieta a basso contenuto di proteine, sodio e fosforo è la prima regola da seguire. Anche i formaggi, essendo ricchi di fosfati rientrano tra i cibi “proibiti”. Ora, però, c'è chi studia come permettere, anche a chi soffre di insufficienza renale, di gustarli senza rischi per la salute, persino in dialisi. Il progetto, condotto dai ricercatori della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, prevede lo sviluppo di formaggi con la tecnologia brevettata "Frip" (Free Phosphate), ovvero senza fosfati.
COME FUNZIONA
Sono i fosfati, contenuti in abbondanza nei formaggi, specie se a lunga stagionatura, il motivo per cui, per i pazienti con problemi renali, è consigliabile limitare il più possibile il consumo di questi alimenti. I fosfati, infatti, se non vengono opportunamente smaltiti da parte dei reni, si possono accumulare nel sangue, predisponendo a una aterosclerosi precoce. Al formaggio prodotto con tecnologia FriP viene addizionato carbonato di calcio, integratore alimentare naturale capace di “catturare” i fosfati, neutralizzandoli, anche quelli eventualmente contenuti in altri alimenti assunti a breve distanza dal formaggio FriP. Questo processo prende il nome di chelazione e porta all’eliminazione dei fosfati tramite l’intestino, evitandone l’accumulo nell’organismo e il sovraccarico dei reni.
COME NASCE L’IDEA
Alla base della tecnologia FriP c’è un’intuizione di Gianluigi Ardissino, specialista della Nefrologia, Dialisi e Trapianto pediatrico al Policlinico di Milano. Il dottore ha ricordato di come i neonati bevano soltanto latte, naturalmente ricco di fosfati. Quelli affetti da problemi renali fin dalla nascita, possono nutrirsi con latti speciali, formulati con un ridotto contenuto di fosfati. Negli anni '90, tuttavia, non essendoci ancora la disponibilità di queste soluzioni, al latte veniva aggiunto proprio del carbonato di calcio. Il medesimo principio è stato applicato anche al formaggio FriP, rendendolo un alimento adatti ai pazienti nefropatici. Il consumo dei formaggi realizzati con metodologia FriP è assolutamente idoneo anche per i soggetti sani.
DIFFUSIONE DELLA TECNOLOGIA FRIP
La tecnologia FriP potrebbe avere un impatto significativo sul miglioramento della qualità di vita dei pazienti con insufficienza renale. Attualmente, alcuni formaggi prodotti con la tecnologia FriP, sono disponibili in via sperimentale, grazie all'interessamento di diverse aziende casearie italiane e da alcune Associazioni di pazienti. L'obiettivo, dopo questa fase di test, è rendere i prodotti FriP disponibili su scala più ampia, per migliorare la qualità di vita dei pazienti con patologie renali, limitandone le rinunce alimentari, già troppo numerose.
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Caterina Fazion
Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile