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Alimentazione
Elena Dogliotti
pubblicato il 17-08-2021

La vitamina K è utile per la salute delle ossa?



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A cosa serve e dove si trova la vitamina K? La risposta ad un lettore che vuole sapere di più su vitamine e salute delle ossa

La vitamina K è utile per la salute delle ossa?

Buongiorno,
ho letto sul vostro sito un interessante articolo sull’importanza della vitamina D, sono però rimasto sorpreso che, nell’articolo, non si faccia alcun riferimento alla vitamina K2 che, leggo su altri articoli, è particolarmente importante a garantire una buona salute delle ossa “…agisce in sinergia con altre vitamina liposolubili come la vitamina D e la A” e “…la vitamina K2 toglie il calcio in eccesso dai tessuti molli per convogliarlo nelle ossa” ecc. Chiarisco che non ho alcuna competenza nella materia. Mi farebbe piacere una vostra risposta sull’argomento. Ringrazio e saluto.

Giorgio

Risponde Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e supervisore scientifico per Fondazione Umberto Veronesi

L'osso è composto da una parte esterna dura e una matrice interna spugnosa e come altri tessuti è soggetto a rinnovamento continuo. L'intero scheletro viene sostituito ogni 7-10 anni. Durante il rimodellamento dello scheletro, il corpo rilascia calcio dall'osso nel flusso sanguigno per soddisfare le esigenze metaboliche dell’individuo. Tale rimodellamento è regolato dagli osteoblasti, le cellule adibite a ricostruire il tessuto osseo, e dagli osteoclasti, il cui compito è scomporlo. Per mantenere una struttura ossea sana le attività di queste due tipologie cellulari devono essere ben equilibrate. Gli osteoblasti producono osteocalcina, una sostanza che influenza la mineralizzazione ossea attraverso la sua capacità di legarsi al componente minerale dell'osso, l'idrossiapatite, in cui sono presenti calcio e fosforo, che rende l’osso sano e forte. L'osteocalcina però da sola è inattiva, ha bisogno della vitamina K per svolgere la sua funzione.

La vitamina K non è un singolo tipo di molecola ma, piuttosto, una famiglia di molecole strutturalmente correlate derivate da fonti diverse.

La vitamina K1, o fillochinone, è prodotta nelle piante e nelle alghe; le verdure a foglia verde sono una fonte particolarmente ricca.

I batteri generano invece la vitamina K2 o menachinone, che si trova anche nella carne, nei latticini, nelle uova e negli alimenti fermentati, come formaggio, yogurt e natto, un piatto giapponese a base di soia fermentata.

La vitamina K svolge un ruolo anche nella coagulazione del sangue. Il calcio, oltre a fornire robustezza a ossa e denti, ha molte funzioni importanti nel corpo umano. È implicato infatti nella contrazione muscolare, nell’impulso nervoso, nel controllo della pressione e nella coagulazione, nell’equilibrio del colesterolo e nella regolazione ormonale. Molti studi scientifici supportano l’integrazione di calcio, soprattutto in età avanzata e per le donne dopo la menopausa, tuttavia in studi recenti, l’eccesso di integrazione è stato associato ad un rischio aumentato di calcificazioni vascolari e quindi di malattie cardiache.

La vitamina K2 è utile anche al buon funzionamento di una proteina, prodotta dalla parete interna dei vasi, che impedisce un accumulo di calcio in vene e arterie e quindi il rischio di una loro conseguente ostruzione. In alcuni studi clinici sono stati osservati gli effetti benefici delle vitamine D e K sulle proprietà elastiche della parete dei vasi nelle donne in postmenopausa.

Se nella dieta è presente troppo poca vitamina K2 il rischio di problemi cardiovascolari può aumentare. La vitamina K, in particolare la vitamina K2, è quasi assente nei cibi industrializzati e anche in una dieta occidentale sana le quantità sono modeste. La differenza sembra farla la dieta giapponese, in cui sono presenti alimenti ricchi di questa vitamina, come il natto appunto.

Secondo gli studi quindi, la vitamina K2 promuove la flessibilità arteriosa prevenendo l'accumulo di calcio, motivo per cui spesso gli integratori di calcio contengono anche vitamina D (che ne migliora l’assorbimento) e vitamina K2. Tuttavia, è necessario che sia il medico a valutare la reale necessità di un’integrazione di calcio, oltre a quello assunto con una dieta sana, e a consigliare la formulazione più adatta alla singola persona.

Elena Dogliotti
Elena Dogliotti

Biologa nutrizionista nata a Vercelli nel 1976 Laureata in Biologia all'Università degli studi di Milano e PhD in Scienze Alimentari all'Università degli studi di Milano. Svolge attività di ricerca nell'ambito della prevenzione delle malattie cardiovascolari e si dedica alla divulgazione scientifica delle buone abitudini alimentari.


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