L’Agenzia italiana del farmaco ha redatto e reso disponibile una lista dei farmaci sicuri per mamme e neonati. Poche le controindicazioni
**EDIT** l'articolo è stato modificato in data 2/11/2022 nella parte relativa ai mezzi di contrasto utilizzati per esami di diagnostica per immagini
Sono rari i casi in cui l’assunzione di farmaci da parte della mamma richieda la sospensione, temporanea o definitiva, dell’allattamento al seno. La notizia, tranquillizzante, arriva dall'Agenzia Italiana del farmaco che ha condotto insieme all’Università delle Marche, di Padova e Siena una revisione dei maggiori studi scientifici sulla sicurezza delle terapie assunte prima del concepimento, durante la gravidanza e nel post-partum, di cui parte dei contenuti sono leggibili sul sito dell’Agenzia.
ALLATTAMENTO AL SENO E FARMACI
L’ago della bilancia pende più verso i benefici dell’allattamento al seno, importante forma non solo di sostentamento ma anche di immunizzazione a diverse patologie neonatali e pediatriche per il bebé, o i rischi di una contaminazione del latte da farmaci? Nell’incertezza (o disinformazione) non sono rare le mamme che decidono di sospendere, talvolta anche senza consultare il medico, l’allattamento al seno e di passare al latte artificiale. «Il fai-da-te è sempre un atteggiamento scorretto - spiega Costantino Romagnoli, ordinario di pediatria all'Università Cattolica di Roma e presidente della Società italiana di neonatologia - perché nella maggior parte dei casi, anche in corso di terapia, il rapporto tra rischi da farmaco e i benefici da latte materno è a favore del secondo. La quantità di medicinale che potrebbe passare nel latte infatti è irrisoria, all’incirca l’1%, e non in tutti i casi. Questa eventualità dipende dalla tipologia del farmaco, dalla dose assunta e dalla durata della terapia. Se può sussistere anche un minimo rischio, sarà lo specialista a modularla o correggerla adeguatamente».
Per limitare qualche potenziale effetto collaterale, una strategia pratica però esiste: «È possibile assumere i farmaci – continua il neonatologo – subito dopo la poppata, poiché la maggiore biodisponibilità nel sangue avviene tra una e tre ore dalla somministrazione o ancora lasciare trascorrere all’incirca tre ore fra l'ingestione del farmaco e la poppata successiva. Infine, in caso di terapia giornaliera, il momento migliore per assumerla è alla sera prima del riposo più lungo del bambino».
FARMACI OUT
Sono poche le controindicazioni, ma qualche limitazione alla prosecuzione dell’allattamento al seno in terapia c’è: «Va sospeso in modo assoluto - raccomanda Romagnoli - con farmaci anti-tumorali (ciclofosfamide, ciclosporina, doxorubicina, metotrexate); con farmaci antitiroidei (diversi dal tiouracile) e terapie a base di cloramfenicolo. In questi casi sarà ancora una volta il pediatra a fornire indicazioni su come mantenere attiva la produzione lattea fino al momento della ripresa dell'allattamento al seno».
Molti specialisti indicavano l'opportunità di sospendere termporaneamente l'allattamento dopo alcuni esami diagnostici come la tac o la risonanza magnetica in cui vengono utilizzate sostanze di contrasto. In un documento condiviso con la Società italiana di pediatria e la Società italiana di neonatologia, la Società italiana di Radiologia Medica e Interventistica conclude che:
- in caso di effettuazione di indagine radiologica con la somministrazione di mezzo di contrasto per via venosa a donna in allattamento (a base di iodio o a base di gadolinio macrociclici) l’allattamento al seno per il bambino di qualunque età gestazionale può essere continuato
- non è necessario sospendere temporaneamente l’allattamento al seno e eliminare il latte raccolto dopo un’indagine radiologica con mezzo di contrasto
- non è necessario dopo le 24 ore dall’indagine radiologica alcuna modifica delle modalità di allattamento da parte della madre
- la madre per ogni altra esigenza o chiarimento per il suo caso specifico potrà rivolgersi al medico radiologo che le ha effettuato l’indagine radiologica con mezzo di contrasto.
FARMACI SICURI
E i farmaci ‘tranquilli’ per mamma e bebé? «Non hanno effetti collaterali, se assunti nelle dosi previste, gli analgesici e gli antipiretici (paracetamolo, acetilsalicilico, ibuprofene); la maggior parte dei rimedi per tosse e raffreddore, alcuni antibiotici (penicillina e derivati, eritromicina, cefalosporine). Lo stesso si può dire per la digossina, l'insulina, i broncodilatatori (salbutamolo), la maggior parte degli antiipertensivi, gli integratori alimentari contenenti ferro e vitamine e tutti i farmaci somministrabili ai bambini nei primi mesi di vita».