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Pediatria
Redazione
pubblicato il 29-11-2013

Per correggere la dislessia utili i videogiochi



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Una sperimentazione in corso a Lecco e a Padova sembra dimostrare che i videogames aiutano ad affinare i meccanismi dell’attenzione

Per correggere la dislessia utili i videogiochi

Non videogiochi qualunque, ma quelli di azione migliorano nel bambino che soffre di dislessia la capacità di lettura, affinando l’attenzione a focalizzarsi e distribuirsi velocemente. È il risultato di uno studio tutto italiano, pubblicato sulla rivista Current Biology, che ha coinvolto l’Università degli Studi di Padova e l’Istituto Medea.

LO STUDIO – Meno sacrifici per migliorare le capacità di lettura, anche con disturbi del linguaggio. Dodici ore a una console, smanettando videogiochi in cui a farla da padrone è il movimento, sono una ‘terapia divertente’ (e insperata) per i bambini dislessici, e sembra più efficace di un anno intero di esercizi di lettura spontanea o guidata. Sono i risultati, sorprendenti, di una ricerca condotta su un gruppo di bambini prima e dopo essersi dedicati a giochi elettronici di azione, per nove sedute di 80 minuti ciascuna. «Dover colpire il bersaglio in movimento – spiega il professor Andrea Facoetti, docente di psicobiologia all’Università degli Studi di Padova  – implica da parte del bambino una maggior attenzione al particolare che nella pratica si traduce in una migliore capacità nell’estrarre le informazioni rilevanti all’interno della parola, che uscirà più fluida, grazie a una percezione più fine delle lettere e a minori interferenze sulle aree cerebrali che regolano questo complesso processo». Infatti i bambini impegnati in videogiochi di azione sono stati, alla fine, in grado di leggere più velocemente, senza perdere in accuratezza e con notevoli progressi di attenzione. Aumentando anche, con il superamento della barriera di noia spesso legata ai tradizionali esercizi di allenamento alla lettura, il coinvolgimento dei piccoli.

PROSPETTIVE – Se i risultati preliminari dello studio fossero confermati, i videogiochi potrebbero affiancare le più tradizionali metodiche terapeutiche per la cura della dislessia. «La ricerca è stata preziosa per comprendere i meccanismi che stanno alla base dello sviluppo di questo disturbo – continua l’esperto – e per indirizzare verso terapie focalizzate sui circuiti cerebrali legati alla percezione del movimento. Da qui la necessità di scegliere videogiochi di azione, caratterizzati da stimoli estremamente veloci, di cui non è possibile prevedere le tempistiche e la posizione di comparsa degli eventi. Il loro utilizzo, comunque, non può avvenire senza la supervisione o il controllo di uno specialista della riabilitazione neuropsicologica». Videogiochi per tablet verranno studiati e pianificati dai ricercatori padovani e sperimentati a breve in un gruppo di scuole dell’infanzia di Lecco su un campione di bambini a rischio di dislessia.

Francesca Morelli


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