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Cardiologia
Daniele Banfi
pubblicato il 29-10-2020

Ictus: l'importanza della prevenzione e delle Stroke Unit



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Oggi si celebra la Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale. Prevenzione l'arma vincente per evitarli. Ma per le migliori cure c'è bisogno di più strutture ospedaliere dedicate

Ictus: l'importanza della prevenzione e delle Stroke Unit

L'80% degli ictus potrebbe essere evitato attraverso la prevenzione. E' questo, in estrema sintesi, il messaggio lanciato dalla World Stroke Organization in occasione della Giornata Mondiale contro l'Ictus Cerebrale che si celebra oggi, 29 ottobre. Ma quando comunque si verifica, fondamentale è la gestione presso una Stroke Unit. E' in queste strutture dedicate che il trattamento degli ictus è ottimale. A seconda infatti delle caratteristiche del disturbo che si procede o al trattamento farmacologico o alla rimozione del coagulo tramite trombectomia endovascolare.

CHE COSA SONO GLI ICTUS?

L'ictus ischemico si verifica quando le arterie che garantiscono il corretto flusso di sangue al cervello sono ostruite per la presenza di un coagulo. Come per l’infarto del miocardio, dove sono le coronarie ad essere ostruite, le aree a valle del blocco che non possono essere sufficientemente irrorate vanno incontro a morte. Rimuovere il coagulo è fondamentale per evitare danni e, nei casi più gravi, il decesso del paziente.

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QUANTO SONO DIFFUSI?

Nel nostro Paese l'ictus rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Dei 150 mila italiani circa che ne vengono colpiti ogni anno, la metà rimane con problemi di disabilità di varia entità. Attualmente sono circa 1 milione i sopravvissuti con esiti di ictus più o meno invalidanti.

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COME PREVENIRLI?

La miglior prevenzione per evitare l'ictus si basa essenzialmente sull'adozione di corretti stili di vita: una dieta ipocalorica e iposodica, ad esempio, previene contemporaneamente il sovrappeso, l’ipertensione, il diabete e l’ipercolesterolemia, così come la cessazione dell'abitudine al fumo, all'alcool o sostanze stupefacenti riduce il rischio fino all’’80%. In caso di ipertensione conclamata, la terapia suggerita dal medico ha una grande importanza preventiva, così come nel caso di soggetti affetti da diabete (in cui il rischio è aumentato circa del 50%) o da altre malattie croniche come ad esempio la fibrillazione atriale.

TROMBOLISI O TROMBECTOMIA MECCANICA

Quando però si verificano, le strategie di intervento sono essenzialmente due: se l'ictus è causato da un coagulo di piccole dimensioni la somministrazione di molecole in grado di sciogliere il trombo (fibrinolisi) è sufficiente a ristabilire il corretto flusso di sangue. Quando invece l'ostruzione riguarda i grandi vasi allora si rende necessario un intervento endovascolare noto con il nome di trombectomia meccanica. In quest'ultimo caso, attraverso l'ausilio di un catetere, si procede alla rimozione meccanica del coagulo.

IL RUOLO DELLE STROKE UNIT

Ma per saper intervenire tempestivamente e con la tecnica giusta è fondamentale arrivare in una Stroke Unit, strutture in cui sono a disposizione medici interventisti e neuroradiologi 24 ore su 24. Attualmente in Italia sono circa 200 ma la maggior parte è concentrata al Nord. Da un punto di vista organizzativo esistono le stroke unit di primo livello, dove è possibile effettuare la trombolisi e con bacino d’utenza compreso fra 150mila e 300mila abitanti e quelle di secondo livello localizzate in ospedali con un bacino d'utenza compreso fra 600 mila e 1.300.000 abitanti, dove, oltre alla trombolisi, si possono effettuare anche i trattamenti endovascolari. Purtroppo, partendo da queste definizioni, in Italia le stroke uniti dovrebbero essere almeno 300 di cui 240 con funzioni di I livello e 60 con funzioni di II livello. Un traguardo ancora lontano da raggiungere.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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