In Congo è in corso una epidemia da virus Ebola, un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. I farmaci testati cominciano a dare i risultati sperati
Il virus Ebola continua a mietere vittime. Un anno fa esatto iniziava l'epidemia in Congo. Da poche settimane quell'emergenza sanitaria nazionale ha assunto dimensioni internazionali. Ad oggi sono più di 2800 i casi conclamati, oltre 1800 mortali. Eppure qualcosa si muove sul fronte delle cure: le strategie vaccinali funzionano e alcuni farmaci sperimentali sono risultati efficaci nel 90% dei casi trattati. Ad annunciarlo è il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) statunitense.
CHE COSA E' EBOLA?
Descritto per la prima volta dopo l'epidemia di febbre emorragica scoppiata in Sudan e Zaire nel 1976, Ebola è una famiglia di 5 differenti tipi di virus capaci di scatenare una serie complessa e rapidissima di sintomi. La letalità, a seconda delle svarianti virali, oscilla tra il 25% al 90%. Purtroppo nell'ultima emergenza, quella del triennio scorso, la percentuale è stata molto elevata.
COME SI CURA?
Negli scorsi anni sono stati sviluppati alcuni vaccini in grado di prevenire il contagio. Un primo passo che però, da solo non basta. Se il vaccino infatti agisce in chiave preventiva -e con un efficacia non sempre elevata-, la ricerca è da tempo al lavoro per sviluppare trattamenti in caso di contagio avvenuto. Se sino ad oggi nessun farmaco si è dimostrato efficace, la lotta ad Ebola sembrerebbe ora arrivata ad una svolta.
DUE NUOVI FARMACI
Il merito è di due nuovi trattamenti testati dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) e dal Niaid. Si tratta di un insieme di anticorpi monoclonali, il REGN-EB3 e il mAb-114, che iniettati nel sangue dei pazienti si sono dimostrati efficaci nel curare la malattia. Nel primo caso il tasso di mortalità per i pazienti trattati è stato del 6 per cento mentre quello per i pazienti trattati con il mAb-114 è stato dell’11 per cento. Risultati importanti, seppur ottenuti all'interno di una sperimentazione clinica che ha coinvolto poche persone, che lascia ben sperare.
ORA IL TEST SUL CAMPO
Attenzione però ai facili entusiasmi: "Prima di gridare vittoria occorre vedere la risposta sul campo" spiega Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto nazionale per le malattie infettive (Inmi) Spallanzani di Roma. Che aggiunge: "Una cosa è dire che in un trial i farmaci hanno funzionato e altra cosa è far passare il messaggio che siamo di fronte alla cura definitiva contro l'Ebola. Il risultato raggiunto è interessante dal punto di vista scientifico. Ora aspettiamo il loro arrivo sul campo".
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.