Uno studio prova scientificamente l'efficacia del massaggio post-gara negli atleti. Ma quello che conta è soprattutto la mano di chi effettua il trattamento
La tappa di ieri del Giro d'Italia, quella con arrivo al passo dello Stelvio e con oltre 5 mila metri di dislivello, ha di certo messo a dura prova i muscoli degli atleti in gara. Uno sforzo prolungato per quasi sette ore capace di sfibrare chiunque e che è andato a sommarsi a quello delle 19 tappe precedenti. Ecco perchè, per rimettere in sesto i muscoli degli atleti, la figura del massaggiatore, soprattutto nel ciclismo, è di fondamentale importanza. E a confermare che il massaggio sportivo è un vero toccasana per i muscoli degli atleti è uno studio pubblicato ad inizio maggio dalla rivista Science Traslational Medicine.
LO STUDIO
Che i massaggi facessero bene è cosa nota da tempo. Quel che invece risultava ancora poco chiaro era il meccanismo d'azione con il quale la tecnica è in grado di produrre dei benefici. Un dubbio che ora sembrerebbe essere stato chiarito dai ricercatori della McMaster University di Hamilton (Canada). Nello studio sono stati analizzati dei campioni di tessuto muscolare prelevati da alcuni sportivi dopo essere stati sottoposti ad intenso esercizio fisico e ad un immediato massaggio. Dalle analisi è emerso che chi era stato sottoposto a massaggio mostrava una minor presenza di citochine, le molecole responsabili dell'infiammazione, e una migliore ossigenazione del tessuto muscolare.
MANO ESPERTA
Dunque il massaggio post gara sembrerebbe davvero giovare ai muscoli degli atleti. «Quello che però si deve tenere ben presente -spiega Matteo Varalli, massaggiatore del team Lampre-ISD- è che l'efficacia del trattamento dipende dalla mano di chi lo effettua. Scopo del massaggio, specialmente nei ciclisti, è di assorbire la fatica della tappa e rimettere in sesto il muscolo per la gara del giorno successivo». In particolare queste manovre sono finalizzate ad eliminare le tossine prodotte con lo sforzo ed aumentare il reflusso di sangue venoso per depurare più velocemente la fibra muscolare. «La durata e la forza con cui vengono effettuati -spiega Varalli- dipendono dalle condizioni atletiche del ciclista e dal tipo di tappa da affrontare il giorno successivo. Ecco perchè i massaggi non sono tutti uguali. Non solo, il massaggio non è finalizzato solo al recupero. Grazie ad esso è possibile verificare la condizione del muscolo e prevedere, in linea di massina, l'eventuale prestazione dell'atleta il giorno successivo».
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.