L'area non sarebbe più estesa di trenta metri quadri. Nessun problema per l'assorbimento di farmaci e nutrienti
Tutti, o quasi, la ritenevano estesa quanto un campo da tennis: con un’area compresa tra 180 e 300 metri quadri. Invece, per dirla con le parole del medico svedese Herbert Helander, ricercatore del dipartimento di ricerca di gastroenterologia all’università di Goteborg, «siamo di fronte a una superficie grande più o meno quanto un bilocale: all’incirca 32 metri quadri». L’area in questione corrisponde alla mucosa del tratto gastrointestinale, compreso tra la cavità orale e l’ano e in un adulto lungo all’incirca dieci metri.
LE RADICI DELL’ANATOMIA
Il primo ad accennare alla lunghezza delle superficie interna del tubo digerente fu Erofilo, anatomista vissuto nel 300 avanti Cristo e fondatore della scuola medica di Alessandria d’Egitto. Le sue rilevazioni furono effettuate durante le autopsie, secondo una metodica utilizzata anche nei secoli successivi. Le prime misure in vivo, invece, risalgono alla prima metà del ‘900. Mentre, negli anni più recenti, i dati più accurati sono stati raccolti attraverso le moderne tecniche radiodiagnostiche. Sono partiti da queste due medici svedesi che, dopo aver esaminato la letteratura scientifica, hanno effettuato una serie di biopsie, in soggetti sani e non, per quantificare la lunghezza della mucosa gastrica attraverso la stereologia: ovvero il conteggio di cellule ex-vivo - effettuato su un tessuto vivente analizzato all’esterno dell’organismo - che permette di dedurre le caratteristiche di un sistema più complesso.
PREVISIONI SMENTITE
I risultati dello studio sono stati pubblicati sullo Scandinavian Journal of Gastroenterology. Incrociando le conoscenze già note con i dati rilevati attraverso le indagini endoscopiche e i prelievi di tessuto, i due medici svedesi hanno notato dimensioni in realtà ridotte rispetto a quelle fino a questo momento diffuse. «Le misure effettuate post-mortem o nel corso di un intervento chirurgico addominale, quando il tessuto è rilassato, spesso forniscono dati fuorvianti - spiega Helander -. La nostra rilevazione vale come media dei dati rilevati negli adulti sani. La lunghezza della mucosa, infatti, risulta condizionata dalla dieta e dalla composizione del microbiota, per cui è frequente riscontrare differenze tra individui». Il dato, secondo gli esperti, non è poi nemmeno troppo sorprendente, se si considera che «trenta metri quadri sono più che sufficienti a espletare le funzioni di secrezione e assorbimento delle sostanze nutritive. Con un’area più piccola, inoltre, diminuiscono le probabilità che sostanze tossiche in transito possano recare danni alla salute». L’area più ampia della mucosa si trova nell’intestino tenue, l’organo più lungo del tratto gastrointestinale. Segue il colon, dove avviene quasi interamente il processo di assorbimento di farmaci e nutrienti. Bocca, esofago e stomaco, invece, non sarebbero rivestiti da più di un metro quadro di mucosa. Un campo di badminton, più che di tennis.
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).