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Redazione
pubblicato il 06-08-2012

Immersioni subacquee: ecco i consigli dell'esperto per evitare embolie e altri rischi



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Non esiste un’età limite per praticare sub. Visita di idoneità, prudenza e allenamento tutto l’anno sono i segreti per evitare guai

Immersioni subacquee: ecco i consigli dell'esperto per evitare embolie e altri rischi

Non esiste un’età limite per praticare sub. Visita di idoneità, prudenza e allenamento tutto l’anno sono i segreti per evitare guai

Sempre più italiani appassionati di sub: sono quasi 500 mila le persone che possiedono un brevetto. La prudenza però non è mai troppa. Se non si osservano poche e semplici regole anche una breve gita a basse profondità potrebbe causare seri problemi di salute. Alla pratica di questo sport non ci sono limiti di età ma l’importante è essere in salute. Come dichiara il dottor Luca Revelli, esperto di medicina del mare al Policlinico Gemelli di Roma, «anche gli over 65 possono fare immersioni ma dovrebbero sottoporsi ogni anno a visita medica specialistica, quella che richiede un elettrocardiogramma sotto sforzo, la valutazioni dei volumi polmonari e l’esami delle urine».

NESSUN OBBLIGO- A livello legale nel nostro paese non esiste alcuna normativa che imponga l’obbligo di conseguimento di un brevetto per la pratica dell’attività subacquea turistico-ricreativa. Eppure i dati parlano chiaro: sempre più italiani arrivano a conseguirlo. Il problema è rappresentato però dai “brevetti arrugginiti”, ovvero quelli conseguiti durante le vacanze e non più utilizzati per almeno un anno.

POCA CONFIDENZA- Ed è proprio questo il maggior rischio delle immersioni: l’inesperienza dovuta alla poca pratica. «Dietro agli incidenti –spiega Revelli- vi è un problema di improvvisazione di sportivi inesperti o di imprudenza dei subacquei più giovani. L'immersione è una gioia enorme, ma la sfida a se stessi in ambienti estremi, come nei relitti o in acque con poca visibilità, rende questa attività pericolosa. E non aiutano gli affitti “all'acqua di rose” di bombole, talvolta noleggiate senza richiesta di brevetto». Infatti, proprio perché spesso il materiale viene noleggiato, è molto importante prendere confidenza con i mezzi prima di immergersi.

EMBOLIA- Il rischio maggiore che si corre quando si effettua un’immersione è l’embolia gassosa, ovvero un’improvvisa ostruzione delle arterie causata dalla presenza di bolle gassose di azoto che si formano durante una risalita in superficie troppo veloce. Se si è fortunati l’embolia può essere curata attraverso alcune sedute in camera iperbarica, un luogo che serve a riprodurre pressioni atmosferiche simili a quelle subacquee in modo da agevolare il corretto processo di decompressione.

I CONSIGLI- Per evitare dunque questi spiacevoli inconvenienti, che in alcuni casi potrebbero portare a conseguenze ben più serie, i consigli oltre alla prudenza rimangono sempre i soliti:

  • prima di iniziare un periodo di immersioni è necessario effettuare una visita specialistica per verificare il proprio stato fisico e ottenere così un certificato di buona salute o idoneità agonistica;
  • una volta ottenuto il brevetto è necessario ricordarsi di averlo. Utilizzarlo una volta ogni tanto è come non possederlo. Per questo motivo è consigliato anche mantenersi sempre in buona salute per preservare il sistema cardiocircolatorio;
  • non recarsi ad altitudini superiori ai 300-400 metri né prendere aerei nelle 12 ore successive all’immersione per evitare ulteriori sbalzi pressori. Questa è una situazione comune soprattutto in quei villaggi dove si effettuano spostamenti tra un’isola e l’altra tramite velivoli da turismo privi di sistemi di pressurizzazione.

Daniele Banfi


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