Le ludopatie rappresentano un problema sanitario e sociale. Gli esperti ci suggeriscono le regole della prevenzione dove un ruolo fondamentale spetta alle famiglie e alle ASL
Le ludopatie rappresentano un problema sanitario e sociale. Gli esperti ci suggeriscono le regole della prevenzione dove un ruolo fondamentale spetta alle famiglie e alle ASL
E’ ormai certo che siamo di fronte a una vera e propria piaga capace di distruggere intere famiglie e bruciare i risparmi accumulati in una vita. Un problema sociale da affrontare al più presto prima che degeneri. Stiamo parlando delle ludopatie, il gioco d’azzardo patologico (GAP) che secondo gli ultimi dati presentati dall’ASL Milano 2 si sta estendendo a macchia d’olio in tutte le fasce della popolazione. Riconoscere i primi campanelli d’allarme e rivolgersi alle ASL per chiedere un aiuto è di fondamentale importanza per uscire dal tunnel.
I NUMERI- I dati non lasciano molti dubbi: il gioco patologico sta dilagando. Si stima che in Italia nel 2011 abbiano giocato 19 milioni di residenti, pari al 47% della popolazione di età compresa tra i 15 ed i 64 anni. In particolare in Lombardia si stima che siano 3 milioni, il 46% dei residenti. Dalle statistiche emerge anche un dato impressionante: la spesa media annuale nei giochi si aggira intorno ai 1400 euro per cittadino lombardo. Come dichiara il dottor Alfio Lucchini, direttore del dipartimento delle Dipendenze dell’ASL milanese, «A preoccupare non sono più solo gli anziani e gli uomini di mezza età ma le fasce di popolazione più giovani. Nella provincia di Milano si calcola che siano più di 5 mila gli studenti che presentano già problematiche legate al gioco patologico. Oltre ai gratta evinci, alle slot machines, a preoccupare –continua Lucchini- è anche il dilagare del gioco online, molto più accessibile, con target differenziati e promosso in maniera impressionante attraverso i mezzi di comunicazione».
I SEGNALI- Come per tutte le dipendenze è importante agire il prima possibile. Esistono infatti numerosi campanelli d’allarme a cui prestare attenzione per capire se il semplice gioco è diventato una vera e propria ossessione. «Tra gli atteggiamenti più diffusi del giocatore patologico c’è la bugia. Mentire, essere irrequieti, richiedere denaro o effettuare piccoli furti sono situazioni molto comuni ».
GUARIRE- Quella del gioco compulsivo è una patologia a tutti gli effetti e come tale va trattata. Un ruolo fondamentale lo svolgono le ASL territoriali alle quali è possibile rivolgersi in caso di problemi. Guarire è possibile. «Oggi con la psicoterapia cognitivo-comportamentale riusciamo in più del 50% dei casi a risolvere positivamente la situazione. Il ciclo di sedute, singole o a gruppi, non durano più di 6 mesi e coinvolgono diverse figure professionali come psichiatri e psicologi. Alla minima avvisaglia, è necessario farsi aiutare prima che la situazione degeneri» conclude Lucchini.
Daniele Banfi