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Redazione
pubblicato il 08-10-2012

Con cellule staminali le fistole «del viaggiatore» guariscono prima



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Uno studio delle Molinette di Torino mostra come stimolando le cellule staminali del midollo con fattori di crescita, raddoppia l'esercito dei globuli bianchi che riparano il guasto

Con cellule staminali le fistole «del viaggiatore» guariscono prima

Uno studio delle Molinette di Torino mostra come stimolando le cellule staminali del midollo con fattori di crescita, raddoppia l’esercito dei globuli bianchi che riparano il guasto

Le cellule staminali sono state impiegate nella guarigione di lesioni fistolose, la cosiddetta malattia dei lunghi viaggi, perché si instaura in giovani che stanno per molto tempo seduti alla guida di veicoli. In uno studio condotto da un gruppo multidisciplinare torinese degli ospedali Molinette e Mauriziano, le cellule staminali del midollo osseo sono state sollecitate per agevolare la guarigione di estese asportazioni di tessuto dovute alla presenza di cisti nella zona sacro-coccige. I risultati ottenuti, appena pubblicati dalla prestigiosa rivista internazionale Cytotherapy, hanno mostrato un accorciamento sensibile dei periodi di guarigione rispetto ai pazienti non sottoposti a stimolazione midollare delle proprie cellule staminali.

STAMINALI MIDOLLARI - I ricercatori sottolineano che nel corso dello studio non si sono verificati effetti collaterali e che la metodica risulta fattibile e sicura. «In otto casi su dieci – spiega il professor Carlo Maria Fronticelli, oncologo dell’ospedale Molinette di Torino – si è raggiunta la riepitelizzazione della ferita con un risparmio del 20%. In pratica la guarigione è avvenuta in 110 giorni invece che in 140 come accade normalmente, con le terapie tradizionali. I pazienti in questione hanno avuto gli stessi trattamenti medicali, ma in più, prima e dopo l’intervento di rimozione del tessuto cistico, sono stati trattati con un prodotto (fattori di crescita) che stimola la produzione delle cellule emopoietiche del midollo, passate da 10.000 a  25-30.000. Così numerosi, i globuli bianchi, che sono le cellule preposte alla difesa e alla guarigione dei tessuti, sono accorsi in aiuto della ferita rimarginandola». Lo studio è avvenuto tramite la collaborazione tra il gruppo universitario della Scuola di Medicina dell’Università di Torino, del professor Carlomaria Fronticelli (Oncologia) e quello del professor Corrado Tarella (Ematologia e terapie cellulari) e ha consentito di trasferire le ricerche del gruppo ematologico nella pratica clinica. .

IL FUTURO DELLA RICERCA - Sulla base di questi risultati, la ricerca sulle staminali, che ha da sempre suscitato grandi interessi e grandi speranze dal punto di vista sperimentale sulla rigenerazione di tessuti o addirittura di interi organi, sta prendendo una nuova strada. Fino ad ora infatti le applicazioni cliniche sono state scarse e circoscritte all'impiego in particolari casi di malattie del sangue. E’ ancora presto per cantare vittoria, perché lo studio è ancora alla fase II, ma presto comincerà uno studio più ampio reclutando pazienti da tutto il Piemonte, considerati a rischio per questa patologia che può avere una insorgenza naturale, per la presenza di frammenti embrionali che si sviluppano in cisti, oppure colpire persone in soprappeso, ricche di peluria e dedite a lunghi viaggi stando seduti. Il prossimo passo è l’applicazione per altri traumi, come quelli delle ossa, oppure per le  malattie del fegato e dell’intestino, oltre che nel campo neurologico nei confronti della SLA.

Edoardo Stucchi


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