E sufficiente uno stile di vita sano, una parca dieta mediterranea, ginnastica e naturalmente abolire il fumo, l'eccesso alcolico e le droghe. A dirlo è Andrea Lenzi, andrologo, Direttore del Dipartimento di Fisiopatologia Medica, Università di Roma La Sapienza.
E’ sufficiente uno stile di vita sano, una parca dieta mediterranea, ginnastica e – naturalmente – abolire il fumo, l’eccesso alcolico e le droghe. A dirlo è Andrea Lenzi, andrologo, Direttore del Dipartimento di Fisiopatologia Medica, Università di Roma La Sapienza
Un tempo era chiamata impotenza, ma ora si preferisce il più politicamente corretto «disfunzione erettile»: è l’incapacità di raggiungere l’erezione o di mantenerla per un tempo sufficiente a completare un rapporto sessuale. Non guarda in faccia a nessuno, colpisce uomini dai 18 ai 70 anni, senza distinzioni di professione o ceto sociale. Secondo gli ultimi dati disponibili, sono quasi 2 milioni e 800mila gli uomini italiani colpiti da disfunzione erettile, pari al 12,79 per cento della popolazione maschile del nostro Paese. Un numero in continua crescita, anche perché sempre più uomini non hanno timore di uscire allo scoperto.
E importante che gli uomini lo sappiano: la disfunzione erettile si può prevenire. E’ sufficiente uno stile di vita sano, una parca dieta mediterranea, ginnastica e – naturalmente – abolire il fumo, l’eccesso alcolico e le droghe, i tre peggiori nemici della performance sessuale maschile.
Anche quando la disfunzione erettile è «conclamata» e i sintomi sono presenti, il cambiamento di stile di vita gioca un ruolo formidabile nella riabilitazione dell’erezione. Poi ci sono le medicine: se in passato la via più o meno risolutiva consisteva in iniezioni di prostaglandine nel pene, oggi è sufficiente un farmaco per risollevare le sorti del rapporto.
E la rivoluzione è cominciata nel 1998, anno dell’immissione in commercio della prima pillola, il sildenafil. Da allora la ricerca ha continuato a fare passi avanti e nuove pillole sono nate: il tadalafil e il vardenafil. Cambia principio attivo, ma tutti hanno lo stesso meccanismo d’azione: inibiscono la 5-fosfodiesterasi, un enzima che si trova soprattutto nelle cellule fibrose muscolari lisce dei corpi cavernosi del pene creando così la condizione necessaria perché ci sia vasodilatazione e quindi erezione. In particolare, nuove formulazioni accrescono gli strumenti terapeutici nelle mani dell’andrologo: il dosaggio di tadalafil di 5 milligrammi si presta a un uso quotidiano, mentre del vardenafil è appena uscita la formulazione orodispersibile (si scioglie in bocca) nel dosaggio di 10 milligrammi. E ci sono nuovi composti all’orizzonte: udenafil e avanafil, con proprietà simili al capostipite sildenafil.
Anche se il meccanismo d’azione è lo stesso, i diversi tipi di farmaci pro-erettili si distinguono per la durata e la selettività dell’azione, il che li rende ciascuno adatto in diverse situazioni, per cure personalizzate.
Lo sviluppo delle pillole contro la disfunzione erettile rappresenta una vera e propria rivoluzione per l’uomo, paragonabile a quella rappresentata dalla pillola anticoncezionale per la donna. Il maschio non si sente più costretto a dimostrare la propria virilità, ha acquistato in sicurezza e questo gli permette di non dover più sottolineare quei comportamenti «virili» (non sempre apprezzati dalle donne).
Oltre a questo effetto sociale, le pillole anti-impotenza hanno ovviamente un effetto diretto sul singolo, perché una terapia efficace è in grado di spezzare il circolo vizioso «insuccesso sessuale-ansia-insuccesso sessuale» trasformandolo in circolo virtuoso. Il successo sessuale garantito dalla pillola, infatti, diventa una terapia riabilitativa dal punto di vista psicologico: il maschio italiano tende a normalizzare il proprio rapporto con il sesso.
Va comunque sempre sottolineato che la disfunzione erettile è un sintomo e non una malattia e non deve essere assolutamente curata con i suddetti farmaci specifici se prima non si sono eliminate le altre possibili cause: alterazioni vascolari, metaboliche, ormonali. La conseguenza di questo errore clamoroso sarebbe perdere una occasione per curare malattie dei vasi sanguigni, del cuore, il diabete, la riduzione del testosterone, disfunzioni del fegato e dei reni e molte altre con gravi rischi per il paziente per non avere ascoltato questo campanello d’allarme (si potrebbe dire per assurdo che l’impotenza può essere una fortuna per evitare un infarto o l’aggravarsi di un diabete), inoltre i farmaci specifici per la disfunzione erettile non funzionerebbero creando ulteriore frustrazione nella persona.
Andrea Lenzi