Spremuto o intero, secondo un'ampia ricerca, può interferire con molti medicinali, creando un sovradosaggio farmacologico
Spremuto o intero, secondo un’ampia ricerca, può interferire con molti medicinali, creando un sovradosaggio farmacologico
Il pompelmo fa bene, ma… Si sospetta da tempo che possa interferire con molti medicinali, aumentando la biodisponibilità del principio attivo presente nel farmaco, il che equivale a creare un effetto di sovradosaggio. Questa azione è dovuta alle furanocumarine, sostanze organiche che alcune piante producono contro i predatori.
Ora un gruppo di ricercatori canadesi ha presentato sul Journal of Canadian Medical Association una sintesi della letteratura scientifica su questo problema, che può interessare molte persone. In particolare gli anziani, che sono in genere in trattamento con farmaci, e che consumano volentieri il pompelmo. Non cambia nulla che il frutto venga consumato intero, o sotto forma di succo, oppure in confettura. Le interazioni tra medicinali e pompelmo sono specifiche dei prodotti e non sono un effetto della classe terapeutica. I farmaci ai quali fare attenzione devono avere la caratteristica di possedere una biodisponibilità intrinseca per via orale e di essere metabolizzati da un enzima (il P4503A4) che viene inattivato dalle furanocumarine.
L’ampiezza dell’effetto è individuale, ma ovviamente è legata anche alle abitudini, come per esempio quella di bere più volte al giorno il succo di pompelmo. Il succo di un pompelmo intero (200-250 ml) ha un potenziale sufficiente a produrre un’interazione. Ma che consigli ci sono? I ricercatori suggeriscono che si potrebbe cambiare il trattamento farmacologico, oppure…rinunziare al pompelmo.
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