Ne esistono diverse forme più o meno gravi. Il sintomo più evidente è il pallore della cute. E’ nata una task force per una miglior informazione
È nata ‘Anemia Alliance Italia’, una task force di esperti con diverse competenze, uniti dall’obiettivo di divulgare una migliore conoscenza dell’anemia e di modificare l’approccio al trattamento di questa patologia, la cui serietà è ancora sottostimata sia fra la popolazione sia fra i medici. Nuove linee guida con programmi di prevenzione, presentazione di farmaci e tecnologie innovativi condurranno nella gestione appropriata della malattia.
L’ANEMIA
Una carenza nutrizionale di ferro (e di vitamina B12): è questa, nel 50% dei casi, la causa più comune dell’insorgenza dell’anemia. Ad esserne colpite sono oltre 1,62 milioni di persone (il 25% della popolazione mondiale) ma nonostante le cifre ingenti ancora vige un limite educazionale e diagnostico su questa patologia. «L’anemia, in tutte le sue forme, è caratterizzata dalla diminuzione del numero di globuli rossi e/o del contenuto in emoglobina nel sangue – spiega Giorgio Lambertenghi Deliliers, già direttore del Dipartimento di Ematologia della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore di Milano – i cui sintomi, quali stanchezza, affaticamento dopo l’esercizio fisico, un leggero affanno nel respiro, qualche palpitazione, irritabilità e nervosismo, nelle forme lievi possono essere facilmente confusi con altre malattie.
Si ha percezione della gravità dell’anemia quando queste manifestazioni (accompagnate anche da episodi di ipersensibilità al freddo, cefalea, vertigini, ronzii, sonnolenza) vengono avvertite in condizioni di riposo: in questa fase si parla di ritardo diagnostico».
Ci sono però altre condizioni cliniche che possono essere riconducibili all’anemia. «Si tratta di norma di patologie croniche – continua Lambertenghi – quali scompenso cardiaco, insufficienza renale, eccessive perdite mestruali, emorragia cronica, malassorbimento del primo tratto dell’intestino tenue, chemioterapia che influenzano oltre che lo stato di salute anche la qualità della vita».
PREVENZIONE
Prevenire l’anemia è possibile. In assenza di condizioni morbose, la ‘cura’ passa principalmente attraverso un’alimentazione equilibrata. «Una vasta varietà di cibi può aiutare l’apporto di ferro nel sangue. Studiata con lo specialista – aggiunge Lambertenghi – la dieta dovrebbe includere il pane arricchito con germe di grano, i cereali, il riso, alcuni tipi di verdure (patate, carote, broccoli, pomodori, ad esempio), i legumi (in particolare i fagioli secchi), carne rossa, fegato, pollame poiché il ferro di provenienza animale è di più rapido assorbimento, frutta secca (mandorle) e molluschi». È importante fare attenzione anche alle bevande.
«Durante i pasti sono consigliati succhi di agrumi, ricchi di vitamina C, e integratori contenenti rame che aiutano l’organismo ad assorbire il ferro, mentre sono da evitare l’eccessivo consumo di alcool, che può interferire con la capacità di assorbire l’acido folico necessario per la produzione di globuli rossi, le bevande contenenti caffeina o anidride carbonica, antiacidi, integratori a base di calcio e tè nero».