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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 20-10-2017

Una vita per la corsa: dopo la malattia ancor di più. La storia di Chiara



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Il sogno era correre l'edizione numero 50 della maratona di New York. Di mezzo però ci si mette la malattia e così Chiara Bianconi con il suo «imprevisto» correrà l'edizione numero 47

Una vita per la corsa: dopo la malattia ancor di più. La storia di Chiara

Chiara ama la corsa così tanto che anche la sua mente è un passo avanti. La data c'erà già: 3 novembre 2019, la storica edizione numero 50 della più famosa tra le maratone, quella di New York. Le circostanze della vita però ti mettono di fronte a repentini cambi di programma ed è questo che è accaduto a Chiara Bianconi, una delle Pink Runner che il prossimo 5 novembre voleranno negli Stati Uniti per prendere parte alla TCS New York City Marathon. Il suo sogno si avvera con due anni di anticipo quando, per un momento, sembrava potesse svanire per colpa di un tumore ovarico. Invece eccola qui, pronta più che mai a correre e a raccontare quanto l'esperienza della malattia possa essere trasformata in un'occasione di crescita.

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IL CAMBIO DI PROGRAMMA

«Ho sempre vissuto per correre», afferma Chiara. Tutto cambia però in una mattina del mese di marzo dello scorso anno. Da tempo Chiara soffre di una piccola cisti ovarica e dopo un'attenta visita ginecologica decide - anche per via dell'attività sportiva che pratica - di sottoporsi a intervento chirurgico per la sua rimozione. Un intervento che segnerà nel bene e nel male la sua vita. «Sono entrata in sala operatoria per una cisti e ne sono uscita con la rimozione completa di ovaie e tube», racconta senza troppi giri di parole. La ragione di questo provvidenziale cambio di programma è la scoperta, in sede di operazione, di un tumore ovarico. Non più dunque una semplice cisti ma una massa che doveva essere tolta al più presto.

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UNA SENSAZIONE INASPETTATA

Quando ti dicono «hai un tumoree», la prospettiva cambia. Tutti nella vita abbiamo immaginato, almeno una volta, a come reagiremmo di fronte ad una diagnosi del genere. Per Chiara non è andata così. Il suo è uno di quei pochi casi dove la paura è diversa da tutte le altre. «Quando mi sono svegliata dall'anestesia i medici mi hanno subito comunicato che avevo un tumore ma tutto era già stato risolto con la sua rimozione. La paura è subentrata dopo qualche giorno e in seguito alle analisi che hanno confermato la necessità di alcuni cicli di chemioterapia». 

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IMPARARE DALLE CIRCOSTANZE

Le cure sono iniziate immediatamente. Per 3-4 mesi la mente aveva due chiodi fissi: sconfiggere la malattia e ritornare a correre. Una vera e propria maratona che l'ha portata ad affermare l'esistenza di una Chiara prima e dopo la malattia. « Da questa esperienza ho imparato tantissimo. I rapporti, in particolare nella mia "famiglia allargata" fatta di cugini, zii e amici, si sono consolidati sempre di più». Ma il cambiamento non è stato solo nei rapporti con le persone. La malattia ti trasforma per Chiara non è una frase fatta: «durante il percorso ho scoperto di avere delle qualità che senza il tumore mai avrei fatto emergere. La malattia è stata dunque occasione di crescita personale».  

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UN SOGNO CHE SI AVVERA

E la corsa? Beh, la passione è sempre rimasta. Terminata la chemio e attesi i risultati della PET per fugare ogni dubbio sull'assenza della malattia, il 25 luglio 2016 Chiara torna a correre. Giusto il tempo per "rifarsi" la gamba e arriva l'occasione che non si può rifiutare, il progetto Pink is Good. Il sogno di andare a New York a correre la maratona finalmente si avvera e lo fa in anticipo. E chi l'avrebbe mai detto? La vita alle volte ha programmi ben più belli di quelli che noi immaginiamo. Auguri Chiara, buona maratona!

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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