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Neuroscienze
Serena Zoli
pubblicato il 30-08-2022

Tra insonnia e narcolessia chi dirige è l’orexina



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L'orexina è un neurotrasmettitore che agisce sul sonno ma anche su umore e appetito. In arrivo un sonnifero di nuova concezione

Tra insonnia e narcolessia chi dirige è l’orexina

Arrivano nuove informazioni su una molecola che controlla il sonno, meccanismo complesso di cui non si è certo arrivati alla comprensione totale. Un gruppo di ricercatori danesi, infatti, ha studiato un neurotrasmettitore che si presenta con due nomi, ipocretina o orexina, che regola lo scambio veglia/sonno. È l’occasione per fare il punto sullo stato della ricerca sul sonno e su nuove terapie di cui è imminente l’arrivo anche in Italia.

NON SOLO SONNO

L’orexina (o ipocretina) - anche in base a varie osservazioni mediche – è sospettata di giocare un ruolo nell’insonnia e pure nell’opposto, la narcolessia, che consiste nella difficoltà a restare svegli di giorno. Quanti non riescono ad addormentarsi la sera o la notte forse hanno livelli più alti di ipocretina nel cervello mentre gli altri ne avrebbero troppo poca. I ricercatori sospettano che il neurotrasmettitore giochi un ruolo anche nella depressione, nel disturbo di iperattività (Adhd) e in altri disturbi mentali. Sono risvolti da approfondire.

UN DIRETTORE D’ORCHESTRA

Il nuovo studio cui accennavamo è centrato sull’obiettivo di scoprire che cosa, a sua volta, regola l’ipocretina o orexina ed ha portato alla scoperta di una piccola molecola chiamata microRna – 137 che sarebbe per la prima volta associata con il controllo del sonno. Lo studio è stato condotto dall’Università di Copenhagen (Danimarca) in collaborazione con l’altra università danese di Aalborg, con esperimenti su topi, pesce zebra e cellule umane, ed è stato pubblicato sulla rivista PNAS. La responsabile del Centro di Medicina del sonno dell’Ospedale Niguarda di Milano, Paola Proserpio, rievoca un po’ la storia della sua specialità attorno alle conoscenze dell’orexina, che definisce “un direttore di orchestra collegato con gli altri centri preposti all’induzione e al mantenimento della veglia”.

 

CI SI ADDORMENTA ALL’IMPROVVISO

«Fa parte delle prime ricerche, ed è un classico, l’esperimento con il cane geneticamente modificato che in mancanza di orexina/ipocretina si addormenta – spiega la dottoressa Proserpio. - La narcolessia, questa malattia neurologica rara per cui ti addormenti all’improvviso, è stata studiata sul modello animale. Dopo, gli studi sull’uomo hanno confermato tale modello e si è visto che il problema era per l’appunto legato a una minore quantità di orexina nel sistema nervoso centrale. In particolare nell’ipotalamo, che è l’area del cervello che produce questo neurotrasmettitore».

UN DEFICIT DI IPOCRETINA DA’ SONNOLENZA

Tutte le ricerche sulla narcolessia hanno stimolato l’interesse per l’orexina e si è visto che non controlla solo l’alternanza veglia/sonno, ma anche l’appetito, l’omeostasi energetica, l’umore, il dolore, il meccanismo cerebrale della ricompensa. «Così si è visto che un deficit di orexina può facilitare anche altri disturbi quali l’obesità o la deflessione del tono dell’umore. Più di recente – continua a raccontare la specialista del Niguarda – ecco l’ipotesi che il deficit di ipocretina dia sonnolenza così si sono incentivati gli studi per arrivare a farmaci che aumentino l’orexina nel sistema nervoso centrale combattendo in tal modo la narcolessia».

NUOVA IPOTESI PER L’INSONNIA

Ovvio che funzionava anche l’ipotesi opposta: troppa orexina provoca l’insonnia? Da qui la recente nascita di prodotti farmaceutici con sostanze antagoniste dei recettori dell’orexina, in grado quindi di bloccare la sua azione. Un sonnifero di nuova concezione che è già nelle farmacie di gran parte d’Europa e a fine anno approderà anche nel nostro paese. La ricerca danese chiama in causa, in quello che definisce il “puzzle del sonno”, anche il sistema immunitario. «La gran parte di noi sa che quando siamo ammalati ci sentiamo stanchi – osserva una delle ricercatrici – e che se abbiamo la febbre e il nostro sistema di difesa sta combattendo aspramente contro il virus di un’infezione, il nostro può essere un cattivo sonno, di scarsa qualità. In tutto questo è implicata l’ipocretina».

PIÙ DORMI MEGLIO COMBATTI L’INFEZIONE

«Sì, sappiamo che anche il sistema immunitario viene modulato dal sonno – riprende la dottoressa Paola Proserpio – tanto che il sonno serve a dare risposte più efficaci da parte del nostro sistema di autodifesa mentre la deprivazione del sonno favorisce l’infiammazione e l’infezione. Lo si è visto con il Covid: se dormi meglio combatti meglio l’infezione. Quando si è malati, in genere si dorme molto proprio per rafforzare la nostra autodifesa interna. Tuttavia se la lotta col virus è intensa, ecco il sonno turbato, di scarsa qualità». Per concludere Paola Proserpio osserva: «Sembra che l’interazione fra sonno e sistema immunitario sia mediato anche dalla ipocretina».

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Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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