Le indagini dell’Osservatorio Permanente Giovani e Alcool rivelano che i giovani in Italia (15 -24 anni) iniziano a bere in forme quasi sempre limitate al primo assaggio, intorno ai 13-14 anni e diventano consumatori di bevande alcoliche in modo consapevole dopo i 15 anni
Secondo una recente stima dell’Organizzazione mondiale della sanità, ogni anno in Italia circa 24mila persone d’età superiore ai 20 anni muoiono per cause correlate al consumo eccessivo di alcol (incidenti stradali, domestici e in ambiente lavorativo, omicidi, suicidi, cirrosi epatica, patologie neuropsichiatriche e depressione, tumori). Eccedere con gli alcolici ha, com’è noto, delle conseguenze sia nell’immediato che sul lungo periodo. Gli effetti acuti, quelli che si sperimentano da subito, variano notevolmente da persona a persona perché dipendono dalla concentrazione di alcol raggiunta nel sangue (alcolemia) che è a sua volta determinata da molteplici fattori (quantità di alcol ingerita, modalità di assunzione, peso, composizione corporea, sesso, età, fattori genetici, abitudine all’alcol, assunzione di farmaci, ecc.). In genere, dopo un’iniziale euforia e perdita dei freni inibitori si va progressivamente incontro a riduzione della visione laterale (visione a tunnel), perdita di equilibrio, difficoltà motorie, nausea e confusione. Quantità eccessive di alcol possono portare addirittura al coma e alla morte. L’assunzione prolungata e costante di alcol può invece provocare uno stato di dipendenza fisica e psichica ed è causa di circa 60 diverse malattie che colpiscono in prevalenza l’apparato digerente, il sistema cardiovascolare e l’apparato riproduttivo causando danni prenatali ai figli di alcolizzati (aumentato rischio di nascite premature e sottopeso), a cui si aggiungono i tumori.
ALCOL E TUMORI- L’associazione tra consumo di alcol e insorgenza di tumori in diversi organi è dimostrata da molteplici studi clinici ed è correlata sia alle quantità di alcolici assunte che all’associazione fra bevande alcoliche e fumo di sigaretta. E’ scientificamente provato che attraverso vari meccanismi l’alcol provoca i tumori di bocca (lingua, faringe, laringe), esofago, fegato, mammella e colon. Per quanto riguarda i dosaggi, non è stabilita una quantità minima non pericolosa, ma è dimostrato che il rischio cresce con l’aumentare delle dosi di alcolici consumate. L’associazione fra alcol e tabacco, poi, è fortemente cancerogena, soprattutto per i tumori di lingua, faringe, laringe ed esofago.
I GUSTI DEI TEENAGERS- Le indagini dell’Osservatorio Permanente Giovani e Alcool rivelano che i giovani in Italia (15 -24 anni) iniziano a bere in forme quasi sempre limitate al primo assaggio, intorno ai 13-14 anni e diventano consumatori di bevande alcoliche in modo consapevole dopo i 15 anni. In questa fase i consumi sono prevalentemente associati alla birra e ai cocktail, molto meno al vino e ancor più limitatamente ai superalcolici. Tra i ragazzi di 13-24 anni il consumo regolare è del 47,5 per cento. Il rapporto sull’uso e l’abuso di alcol dell’Istat (dati 2009) che ha scattato una fotografia su una popolazione dagli 11 anni in su e per 10 anni non lascia dubbi: i più giovani sono quelli che alzano di più il gomito soprattutto fuori pasto. La diffusione dell’alcol in generale è sostanzialmente stabile, ma il modello tradizionale, basato sulla consuetudine di bere vino durante i pasti con frequenza giornaliera, sta progressivamente cambiando avvicinandosi al tipo nord europeo. Aumenta infatti il consumo di alcolici fuori pasto, mentre non variano di molto i dati sul binge drinking, ossia il consumo di più bicchieri in un’unica occasione, comune soprattutto fra i minorenni. E poi cambiano i gusti. I ragazzi non bevono più solo vino e birra (meno 50,5 per cento nella fascia 14-17 anni, meno 31,5 tra i 18-24enni e meno 14,1 tra i 25 e i 44 anni), mentre cresce l’uso di altri alcolici come aperitivi, amari e superalcolici ( più 18,5 per cento tra 14-17 anni, più 12,3 tra 18-24 anni e più 1,9 tra 25-44 anni). Insomma, nel 2009, quasi 613mila adolescenti hanno esagerato per lo meno una volta: il 17,8 per cento dei maschi e il 12,3 delle femmine fra 11 e 17 anni.
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ATTENTI AL VOLANTE- Nel 2007 230.871 incidenti stradali hanno causato nel nostro Paese il decesso di 5.131 persone: altre 325.850 hanno riportato lesioni di varia gravità. La fascia di età più colpita dalle conseguenze degli incidenti stradali è stata quella tra i 25 e i 29 anni, con 554 morti e 38.521 feriti. La guida in stato di ebbrezza ha causato 6.124 incidenti stradali, pari al 68 per cento degli incidenti da stato psico-fisico alterato del conducente. Per questo sono state posti in tutta Europa limiti precisamente misurabili della quantità di alcool ingeribile prima di mettersi al volante: per l’Italia sono stabiliti allo 0,5/1000, cioè zero-cinque grammi per litro di sangue (ad esclusone di alcune categorie). Chi oltrepassa questo limite incorre in sanzioni (per reato penale di guida in stato di ebbrezza) che possono essere anche molto pesanti. Si tratta di pene in denaro recentemente inasprite e di sospensioni della patente per periodi più o meno lunghi. La gravità della pena cresce di pari passo con l’aumento della quantità di alcool ingerita. Superando di tre volte il tasso-limite si rischia l’arresto. Le pene raddoppiano se il conducente ha provocato un incidente stradale ed è previsto anche il sequestro del veicolo.La recente Riforma del Codice della Strada ha introdotto le seguenti variazioni. È affermato il principio per cui, per alcune specifiche categorie di conducenti, è vietato guidare dopo aver assunto bevande alcoliche. Le categorie alle quali si applica il divieto nel caso in cui sia stato accertato un tasso alcolemico superiore a 0 (zero) grammi per litro e non superiore a 0,5 grammi per litro, sono:
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giovani da 18 a 21 anni e i neopatentati nei primi tre anni dal conseguimento della patente;
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conducenti che esercitino di professione l'attività di trasporto di persone o cose su strada;
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tutti coloro che si trovino comunque alla guida di mezzi pesanti (con massa superiore a 3,5 tonnellate) di autobus e di altri autoveicoli destinati al trasporto di persone il cui numero di posti a sedere, escluso quello del conducente, è superiore a otto.