Presentati i risultati dell’indagine di Fondazione Umberto Veronesi e del Centro Interdipartimentale per l’Etica e l’Integrità nella Ricerca del CNR con l’obiettivo di analizzare il fenomeno dell’esitazione vaccinale in ambiente scolastico
Hanno fiducia nei vaccini e in gran parte si sono sottoposti alla vaccinazione Covid-19, pensano che l’esitanza vaccinale sia legata alla paura e a una informazione inadeguata. Sono grandi utilizzatori di internet e social network, ma l’opinione sui vaccini si forma soprattutto in famiglia; seguono gli influencer, ma sulla salute e la prevenzione ascoltano medici e scienziati. Questi sono alcuni dei risultati emersi dall’indagine pilota “Alfabetizzazione sanitaria ed esitazione vaccinale: qual è il ruolo della scuola?”, condotta da Fondazione Umberto Veronesi in collaborazione con il Centro Interdipartimentale per l’Etica e l’Integrità nella Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche, coinvolgendo oltre 1.200 studenti e oltre 300 docenti in otto Regioni italiane.
Il contesto e le ragioni dell’indagine
L’emergenza sanitaria e la pandemia da Covid-19 hanno reso drammaticamente evidente il valore della salute e della prevenzione nell’ambito della sanità pubblica. La capacità collettiva di promuovere e tutelare tale valore è emersa con chiarezza un elemento decisivo per la sicurezza e il benessere delle persone, per la crescita economica e lo sviluppo sociale del Paese. La vaccinazione contro il virus Sars-CoV-2 ha rappresentato uno straordinario strumento di salute pubblica che ha permesso di uscire dalle fasi più dure dell’emergenza. Con la campagna vaccinale e le decisioni sugli obblighi correlati è emerso il fenomeno della diffidenza verso i vaccini che è stato studiato e analizzato sotto molteplici aspetti. Poche informazioni, tuttavia, sono state raccolte sui giovani e sul mondo della scuola.
Numeri e metodo
La survey è stata proposta da Fondazione Umberto Veronesi nell’ambito del percorso educativo Io vivo sano Prevenzione e Vaccini, nel mese di aprile 2022, e ha coinvolto 1.268 studenti dei 5.169 raggiunti dall’esperienza formativa. In totale hanno partecipato 200 classi e 327 docenti delle scuole secondarie di I e II grado, distribuiti in 8 Regioni: Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. L’età dei ragazzi intervistati va dai 12 ai 19 anni (il 41% fra i 9 e i 13 anni e il 59% fra i 14 e i 19). L'indagine non ha lo scopo di presentare dei dati con valenza statistica, ma rappresenta la prima esplorazione su un campione allargato di studenti delle scuole secondare di primo e secondo grado.
I dati
Nel complesso, tra gli studenti che hanno risposto al questionario, l’85% è vaccinato con una o più dosi (il 77,6% nella scuola secondaria di I grado e il 91,1% fra i più grandi), un dato decisamente superiore alla media nazionale del periodo, con una leggera prevalenza di maschi. Tra coloro che non sono vaccinati, i due terzi pensano di vaccinarsi nel futuro o forse di farlo. Alla richiesta di elencare i motivi per i quali non si fossero vaccinati, le risposte possono essere raggruppate in tre gruppi: coloro che non sanno dare una spiegazione e in parte pensano che prima o poi si vaccineranno (24,8%); coloro che hanno problemi con le informazioni ricevute (27,6%: “non ne so molto”, “ho sentito brutte storie sui vaccini”, “sono indeciso/a perché ho timori”); coloro che prendono una posizione assertiva contro i vaccini (38,6%: “non voglio”, “i miei genitori sono contrari”). Solo il 9% afferma di non potersi vaccinare per problemi di salute.
Anche a chi si è vaccinato è stata posta la domanda sulle ragioni dell’esitanza vaccinale. Ne è emersa un’interessante conferma dell’importanza della sicurezza e dell’informazione nelle decisioni degli esitanti. Alla domanda “perché le altre persone non si vaccinano?” il 39,9% dei vaccinati ha risposto “per timore dei possibili effetti collaterali del vaccino”, il 15,3% pensa che non siano “abbastanza informate”, il 14,7% pensa che sia “tutto un complotto”, l’8,1% pensa che i vaccini “non funzionino”, il 5,2% pensa che sia “meno rischioso ammalarsi che fare il vaccino”, il 2,5% che coloro che non si vaccinano hanno “problemi di salute e per loro non è indicato vaccinarsi”.
Dove si forma l’opinione sui vaccini
Il 60% degli studenti interpellati non ritiene che la scuola sia un luogo determinante per informarsi sui vaccini, per il 21,7% lo è “abbastanza” e per il 17,9% “molto/moltissimo”. Per loro l’opinione sul tema si forma in famiglia (molto/moltissimo per il 68,6%). Fra le persone vicine contano gli insegnanti (“molto/moltissimo” per il 31,9%, “abbastanza” per il 34,7%), il medico o il pediatra (“molto/moltissimo” per il 23,1%, “abbastanza” per il 60,3%), molto meno gli istruttori sportivi o di altre attività (“molto/moltissimo” per il 16,3%, “abbastanza” per il 25,1%), “poco o per niente” gli amici (lo pensa il 79,7%). Per quanto riguarda l’influenza che un personaggio pubblico può esercitare sugli studenti, ben il 42,9% indica medici e scienziati e il 21,8% risponde “non mi faccio convincere da personaggi famosi”; vengono poi menzionati i personaggi dello spettacolo (14,5%) seguiti da campioni sportivi, giornalisti e, fanalino di coda, i politici (3,2%). E i social network? Il 95 per cento dei ragazzi dichiara di usarli spesso o molto spesso, ma soltanto 1 su 3 reputa molto/moltissimo importanti i social media o le pagine web generiche per informarsi su questi temi, mentre oltre la metà riconosce questo ruolo a tv, giornali e radio.
“Il tema dell’esitanza vaccinale è esploso negli ultimi mesi, molto studiato e discusso, ma generalmente sugli adulti e poco sui ragazzi. Il pregio del lavoro di Fondazione Umberto Veronesi è di operare sul territorio per offrire strumenti cognitivi critici razionali alle nuove generazioni. Viviamo in un mondo globalizzato, sempre di più avremo bisogno di prepararci a nuove pandemie e nuove emergenze, anche formando i cittadini a comprendere e gestire le informazioni sanitarie” – dichiara Andrea Grignolio, Responsabile Vaccine Hesitancy Forum Centro Interdipartimentale per l’Etica e l’Integrità nella Ricerca, CNR.
“Nella battaglia contro la disinformazione è meglio prevenire che curare. È quindi urgente – è eticamente un imperativo – che la comunità scientifica e le istituzioni pubbliche e private di settore s’impegnino alacremente ‘anticipando’ le inevitabili campagne di disinformazione e misinformazione che si creano spontaneamente. Occorre sviluppare proattivamente strategie capaci di contrastarle non appena esse si presentino. Tale public engagement, che trova nella Fondazione Umberto Veronesi uno degli esempi migliori e che coinvolge ricercatori ed esperti di molte diverse discipline ed enti, deve fondarsi sull’autorevolezza, l’affidabilità e la trasparenza delle fonti di informazioni scientifiche, sia che ciò si realizzi sui social media, sia sui media tradizionali, nei luoghi di lavoro o a scuola. Possiamo considerare questa survey un progetto pilota, con il forte auspicio che venga approfondita perché si è dimostrata di grande utilità nella comprensione del modo di pensare degli adolescenti – e dei loro insegnanti – e quindi non solo del mondo attuale ma anche di quello didi domani” - afferma Cinzia Caporale, Coordinatore del Centro Interdipartimentale per l’Etica e l’Integrità nella Ricerca, CNR.
“L’attività più che decennale con le scuole e i ragazzi ci ha fornito l’occasione per affrontare un tema che crediamo cruciale: l’alfabetizzazione sanitaria e scientifica dei più giovani, indispensabile per la loro futura capacità di compiere scelte consapevoli. La scuola può e deve svolgere un ruolo di primo piano nel promuovere una corretta informazione sul tema dei vaccini e nel promuovere la health literacy, contrastando disuguaglianze e disinformazione. Continueremo pertanto a lavorare in questa direzione con attività di sensibilizzazione, empowerment e promozione alla salute. Questa indagine pilota è un segnale importante, ci parla di un paese straordinario, di ragazzi partecipi e capaci. È un dato importante per definire progetti i nostri progetti futuri” – conclude Monica Ramaioli, Direttore Generale di Fondazione Umberto Veronesi.
Tutti i progetti educativi per le scuole di Fondazione Umberto Veronesi sono promossi in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione con cui Fondazione ha siglato un Protocollo d’Intesa.