Nel 2013 è stato aperto un ambulatorio per la diagnosi del tumore al seno a Herat presso il Maternity Hospital (38mila visite all’anno), in collaborazione con la Rezai Foundation e con il supporto dell’Ambasciata italiana di Kabul. Gestisce l’ambulatorio una dottoressa afghana formata in Italia grazie al sostegno di Fondazione Veronesi.
Nel 2015 è stato consegnato un mammografo, acquistato grazie al sostegno di Fondazione BNL e trasportato dall’Italia con un velivolo dell’Aeronautica Militare Italiana.
Nel 2016 è stato organizzato in India un secondo training in screening mammografico per la dottoressa e i due tecnici di radiologia che lavorano presso il centro di Herat. Le donne che nel 2016 hanno visitato l’ambulatorio gratuitamente sono circa 1.000; in quasi un caso su 3 sono state scoperte anomalie.
Nel 2018, la Fondazione ha aumentato il proprio impegno finanziario per dotare il Centro di diagnosi del tumore al seno di un laboratorio di anatomia patologica. Parallelamente, a Perugia (grazie alla collaborazione con l’Ospedale Santa Maria della Misericordia e la Usl 1 Umbria), è stata sostenuta la formazione in citologia di personale sanitario per rafforzare le competenze sullo screening mammografico. Grazie all’accordo con il Presidente dell'Associazione Patologi Oltre Frontiera (Apof) è stato possibile realizzare un sistema di «telepatologia», per eseguire controlli di qualità a distanza almeno per i primi anni.
Attualmente nel centro lavorano due dottoresse, un biologo, due tecnici di radiologia e una data-manager, interamente sostenuti da Fondazione Umberto Veronesi.
Il progetto viene portato avanti grazie al prezioso supporto della Cooperazione Italiana in Afghanistan e di Apof.
Nell'agosto 2021, a seguito della drammatica situazione nel Paese, l'ambulatorio viene chiuso e il personale afghano evacuato in Italia.