Dopo il dramma della malattia e della perdita, una famiglia ha deciso di aiutare gli altri malati e sostenere la ricerca sui tumori cerebrali
Dal dolore, la speranza. Dalla disperazione, la consapevolezza di poter essere utili agli altri. Percorsi difficili, evoluzioni rare, testimoniate da storie coraggiose, come quella che raccontano Maria Teresa Innocente (nella foto) e Mario Milazzo. Madre e padre di Rossana, hanno affrontato la grave malattia della loro unica figlia, un tumore cerebrale, e hanno lottato insieme a lei, fino alla fine.
«Abbiamo cercato di dare un senso a questo dolore, di trasformare questa tragedia in qualcosa di buono, in ricordo di nostra figlia e anche per dare una progettualità al nostro futuro». Così hanno deciso di impegnarsi, in nome suo, sostenendo la ricerca scientifica, in particolare verso i tumori del sistema nervoso centrale. Spiega Maria Teresa Innocente: «Negli ultimi mesi, quando il protocollo per la sua malattia non aveva più effetti, Rossana sperava tanto che ci fosse da qualche parte una terapia utile, una nuova scoperta. Ci siamo resi conto che i tumori cerebrali sono malattie rare, poco conosciute e talvolta dimenticate. Eppure il professore che ha curato nostra figlia ci diceva che è una delle prime cause di morte per cancro fra i giovani».
Così, la decisione di costituire un’associazione e trovare una giusta causa da sostenere, per aiutare la ricerca e sensibilizzare l’opinione pubblica. «Siamo entrati in contatto con la Fondazione Umberto Veronesi, abbiamo visto l’elenco dei vincitori delle borse annuali di ricerca, il processo di selezione rigoroso dopo un bando pubblico». Così, nel 2019 l’associazione Il dono di Rossana (www.ildonodirossana.it) ha deciso di sostenere il Grant annuale Fondazione Umberto Veronesi per Eleonora Vannini, neurobiologa impegnata presso l’Istituto di Neuroscienze del CNR a Pisa nella ricerca di nuove e più efficaci strategie terapeutiche per la cura del glioblastoma. Durante quest’anno la dottoressa Vannini ha ottenuto un contratto a tempo indeterminato presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Associazione ha così identificato un nuovo progetto da adottare nel lavoro di Francesco Antonica, che al Centro di Biologia Integrata (CIBIO) dell’Università degli Studi di Trento si dedica allo studio di nuovi approcci per la cura dei gliomi infantili.
L’impegno de Il dono di Rossana dunque non si ferma. Diverse le iniziative di raccolta fondi avviate con successo: «In molti ci hanno aiutati, in ricordo di Rossana ma anche perché dicevano di sentirsi sicuri che i fondi sarebbero andati laddove servivano». Maria Teresa Innocente sottolinea la loro volontà di guardare al futuro: «Rossana avrebbe voluto aiutare gli altri malati, sostenere la ricerca. Magari nell’arco dei prossimi vent’anni troveremo un risultato, siamo consapevoli che non ci sono scoperte miracolose e che la ricerca ha bisogno di essere sostenuta sempre. È l’unica possibilità non solo per i malati e le loro famiglie, ma per il progresso di questo Paese».
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