NOTE BIOGRAFICHE
- Nata a Caserta nel 1981
- Laureata in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli"
- PhD in Human Genetics presso la European School of Molecular Medicine (SEMM), Napoli
I linfociti T γδ (T-γδ) sono cellule del sistema immunitario con un’elevata capacità di eliminare batteri, virus e tumori. Inoltre, a differenza di gran parte delle cellule immunitarie, i T-γδ possono essere prelevati da un paziente e utilizzati per un altro, senza causare problemi di rigetto: questa caratteristica li rende degli ottimi candidati per la creazione di “banche” dei linfociti T provenienti da diversi donatori, formate da una batteria di cellule immunitarie specifiche. Sfortunatamente, i T-γδ sono una piccola porzione della popolazione linfocitaria, e pertanto richiedono di essere duplicati (o espansi) in vitro prima dell’applicazione clinica. Obiettivo dello studio sarà quello di sviluppare un protocollo per espandere automaticamente un numero elevato di cellule T-γδ policlonali, in grado cioè di riconoscere e attaccare diverse “porzioni” delle cellule tumorali. Inoltre, queste cellule potranno venire modificate geneticamente (attraverso tecniche innovative di manipolazione del DNA) per migliorarne l’attività antitumorale. Quando la tecnica sarà messa a punto, le banche di linfociti T-γδ potranno essere un nuovo strumento a disposizione per la cura dei pazienti oncologici. Scopo della ricerca: sviluppare un protocollo innovativo per l’espansione di cellule T-γδ in vitro, per creare una banca cellulare di cellule linfocitarie contro i tumori.
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma
Negli ultimi decenni sono stati fatti progressi importantissimi nella cura dei tumori del sangue, come linfomi e leucemia acute, un gruppo di patologie tumorali che spesso colpisce i bambini. Purtroppo i giovani pazienti classificati ad alto rischio, dove siano presenti metastasi o recidive tumorali, hanno ancora oggi una prognosi infausta nonostante l’uso di farmaci chemioterapici aggressivi.
Obiettivo del progetto sarà quello di studiare una promettente terapia cellulare basata sui linfociti T γδ: queste cellule possiedono l’abilità intrinseca di eliminare specificatamente le cellule tumorali, direttamente o stimolando altri meccanismi del corpo. Il loro numero però è basso, e dunque uno degli obiettivi sarà quello di aumentarne il numero espandendole in vitro, e combinare le cellule T γδ con un recettore antigenico chimerico (CAR): si tratta di un recettore modificato geneticamente, in grado di riconoscere in modo ancora più specifico le cellule del tumore. Quando la tecnica per produrre le CAR-T γδ sarà messa a punto, queste cellule potranno venire re-infuse nei pazienti per usarle come arma anti-tumorale per quei pazienti che non rispondono ai trattamenti convenzionali.
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma