Note biografiche:
- Nata a Udine nel 1989
- Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche presso l’Università degli Studi di Padova
- PhD in Scienze Farmacologiche presso l’Università degli Studi di Padova
Il tumore ovarico è uno dei tumori ginecologici più aggressivi e a prognosi sfavorevole, con una forte tendenza a sviluppare resistenza ai farmaci chemioterapici standard come il cisplatino. Per le cellule tumorali, la disponibilità di specifici nutrienti rappresenta una vulnerabilità che può essere sfruttata per approcci terapeutici innovativi. Recenti studi hanno mostrato che l’accumulo e il metabolismo dei lipidi sono fattori coinvolti nella risposta ai chemioterapici, incluso il cisplatino. Un particolare tipo di morte cellulare, la ferroptosi, è strettamente legata all’accumulo di forme lipidiche tossiche, assumendo pertanto importanti potenzialità terapeutiche. L’obiettivo della ricerca sarà capire se la “modulazione” dei lipidi, mediante strategie nutrizionali o l’utilizzo di farmaci attivi sul metabolismo già in commercio, possa migliorare l’efficacia terapeutica del cisplatino, spingendo le cellule a morte per ferroptosi e rendendo di nuovo sensibili alla terapia i tumori ovarici refrattari.
Università degli Studi di Padova
Il cisplatino è un farmaco attualmente utilizzato nella terapia del tumore ovarico. La sua efficacia clinica è però limitata dagli effetti tossici e dall’insorgenza di resistenze al farmaco, che spesso conducono a prognosi infausta per le pazienti. Tra i meccanismi coinvolti nella resistenza è fondamentale la cosiddetta riprogrammazione metabolica – una serie di cambiamenti nel metabolismo che consentono la sopravvivenza e la proliferazione delle cellule tumorali. Le funzioni biologiche, infatti, sono regolate dalla disponibilità di nutrienti (grassi, zuccheri, proteine): le cellule tumorali in crescita hanno un maggior fabbisogno, e questo rappresenta una vulnerabilità che può essere sfruttata per migliorare la terapia. Recentemente è stato identificato un tipo di morte cellulare, la ferroptosi, profondamente legato alle vie metaboliche di lipidi, ferro e aminoacidi. Obiettivo del progetto sarà “ricreare” una condizione con apporto nutrizionale ridotto nelle cellule tumorali ovariche sensibili e resistenti al cisplatino, così da spingerle verso morte per ferroptosi e migliorare l’azione del farmaco. La combinazione di platino e deprivazione di nutrienti potrà fornire un approccio terapeutico innovativo, consentendo di ridurre la tossicità e migliorare la qualità di vita delle pazienti.
Università degli Studi di Padova