Meccanismi di resistenza alle terapie anti-EZH2 nei linfomi
La modificazione degli istoni (proteine che legano il filamento del DNA come “rocchetti”) attraverso l’aggiunta o la rimozione di piccoli gruppi chimici contribuisce a modulare lo stato di “compattazione” del filamento avvolto, e a regolare quindi l’attività dei geni in quel punto. L’enzima EZH2 catalizza una modificazione che “spegne” i geni: alterazioni nei livelli o nell’attività di questo enzima sono ricorrenti in linfomi non-Hodgking derivanti dai linfociti B, per i quali l’uso di inibitori specifici di EZH2 ha mostrato risultati promettenti nella pratica clinica. Per valutare il suo ruolo nella crescita di linfomi B, EZH2 è stato geneticamente inattivato in un modello murino di linfoma di Burkitt. Risultati preliminari hanno identificato due tipi di tumori, che differiscono nella capacità di crescere in assenza dell’attività di EZH2. Analisi molecolari hanno infatti rivelato che la riduzione della modifica catalizzata da EZH2 (ottenuta grazie agli inibitori) permette comunque ai tumori più aggressivi, resistenti al trattamento farmacologico contro EZH2, di crescere. Pertanto questo progetto vuole identificare, sullo stesso modello murino di linfoma, i meccanismi di resistenza primaria e acquisita all’inattivazione di EZH2. La conoscenza di questi meccanismi risulta necessaria per stratificare i pazienti che possono davvero beneficiare delle terapie anti-EZH2.
Obiettivo dello studio è identificare i meccanismi di resistenza all’inibizione farmacologica della proteina EZH2 in un modello di linfoma.
Dove svolgerà il progetto:
Istituto FIRC di Oncologia Molecolare (IFOM), Milano