Cianfanelli Valentina

NOTE BIOGRAFICHE:  

  • Nata a Albano Laziale (RM) nel 1985
  • Laureata in Biologia Cellulare e Molecolare presso l’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
  • PhD in Biologia Cellulare e Molecolare presso l’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"

2022

Riattivare le protein-fosfatasi come strategia terapeutica nella leucemia mieloide acuta

La leucemia mieloide acuta è un tumore aggressivo delle cellule del sangue, caratterizzato da errori nella maturazione (il processo con cui globuli bianchi, globuli rossi e piastrine si sviluppano a partire da cellule progenitrici) e soggetto a recidive. Questo, almeno in parte, sembra essere dovuto alla presenza di cellule staminali leucemiche (CSL), in grado di auto-rinnovarsi e sfuggire alla chemioterapia. Le CSL presentano alcune proteine regolatorie e inibitorie che agiscono sulle cosiddette protein-fosfatasi 2A (PP2A) – una classe di enzimi regolatori. Questa caratteristica distingue le CSL dalle cellule tumorali non-staminali, oltre che dalle cellule del san-gue sane. Per questo motivo, le proteine regolatorie di PP2A sembrano essere dei promettenti bersagli farmacologici. Sulla base di risultati preliminari, è ipotizzabile che “riattivare” le proteine PP2A rappresenti una possibile strategia per colpire le CSL. Obiettivo del progetto sarà verificare questa ipotesi: verranno utilizzate alcune molecole di ultima generazione, altamente specifiche, che permettono di riattiva-re farmacologicamente PP2A. Queste molecole verranno sperimentate da sole e in combinazione con farmaci già utilizzati in clinica. I risultati potrebbero contribuire allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche utili contro la leucemia mieloide acuta.

Dove svilupperà il progetto

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma

2021

L’autofagia al servizio delle cellule staminali tumorali

La leucemia mieloide acuta è un tumore aggressivo delle cellule del sangue, caratterizzato da proliferazione incontrollata ed errori nella maturazione – il processo con cui globuli bianchi, globuli rossi e piastrine si sviluppano a partire da cellule progenitrici. Studi preliminari hanno identificato una classe di enzimi, le fosfatasi, come importanti regolatori di questi processi. In particolare sembra essere coinvolta l’autofagia, un meccanismo di auto-digestione utilizzato dalle cellule per eliminare componenti malfunzionanti, vecchie o dannose, che vengono poi riciclate per la costruzione di nuove molecole.

In questo modo, l’autofagia garantisce la sopravvivenza delle cellule in condizioni sfavorevoli, e questo meccanismo potrebbe venire sfruttato dalle cellule tumorali per sopravvivere allo stress indotto dalla chemioterapia. Obiettivo del progetto sarà studiare il ruolo delle proteine fosfatasi 2A (PP2A) nell’autofagia, e in particolare nelle cellule tumorali staminali: queste cellule sono alla base della proliferazione incontrollata del tumore e della presenza di recidive, e quindi rappresentano un bersaglio importante per studiare la resistenza alle terapie.

Dove svilupperà il progetto:

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma

Area

Oncologia

2020

Come le cellule tumorali sopravvivono grazie all’autofagia

 

Le cellule hanno un meccanismo di auto-digestione chiamato autofagia che elimina componenti vecchie, dannose o non più utili: queste vengono scomposte in elementi più semplici, che sono poi riutilizzati per generare nuove componenti cellulari, come in una sorta di “riciclo dei rifiuti”.


L’autofagia è quindi un efficiente sistema di primo soccorso, che garantisce la sopravvivenza delle cellule anche in condizioni sfavorevoli. Oggi sappiamo che le cellule tumorali sfruttano l’autofagia per sopravvivere allo stress indotto dalla chemioterapia, ma le modalità con cui questo avviene non sono ancora del tutto chiare.


Obiettivo del progetto sarà studiare due complessi enzimatici chiamati PP2A (enzimi della famiglia delle “fosfatasi”), che nei tumori ematologici rappresentano degli “oncosoppressori” – cioè elementi importanti nel contrastare lo sviluppo del tumore – e che potrebbero rappresentare un valido bersaglio farmacologico.


Studi preliminari suggeriscono che le fosfatasi siano implicate nell’autofagia, e il progetto chiarirà se questo sia vero anche per i due complessi enzimatici PP2A, e quale sia eventualmente il loro ruolo nel consentire alle leucemie di resistere ai farmaci.

 

Dove svilupperà il progetto:

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma

Area

Oncologia
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