Note biografiche:
• Nato a Marino (RM) nel 1987
• Laureato in Biologia ed Evoluzione Umana presso l’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
• PhD in Biologia Evoluzionistica ed Ecologia presso l’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
• Nato a Marino (RM) nel 1987
• Laureato in Biologia ed Evoluzione Umana presso l’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
• PhD in Biologia Evoluzionistica ed Ecologia presso l’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
Il carcinoma mammario è il tumore maligno più comune nelle donne. Per la paziente, dopo una diagnosi oncologica, è importante affiancare una consulenza nutrizio-nale: adottare specifici stili dietetici può limitare gli effetti collaterali indotti dalle terapie e migliorare l'efficacia delle cure. Studi recenti hanno dimostrato come un ridotto apporto di amminoacidi solforati (SAA) nelle prime fasi dello sviluppo del tumore possa rallentarne la crescita. In particolare, la restrizione di SAA è in grado di compromettere la risposta antiossidante delle cellule tumorali, rendendole più suscettibili all’azione tossica delle specie reattive dell’ossigeno (ROS) – composti chimici che si formano durante il normale metabolismo delle cellule. Insieme a queste osservazioni, è stato suggerito che la “supplementazione” (l’aggiunta di nutrienti alla dieta) di acidi grassi polinsaturi (PUFA) possa essere un approccio antitumorale complementare: i PUFA infatti, ossidandosi, possono favorire un aumento della produzione di ROS e avere ulteriori effetti sulle cellule tumorali. Obiettivo del progetto sarà stabilire se un regime dietetico dove ci sia una riduzione di SAA e un incremento di PUFA possa ridurre la crescita del carcinoma mammario, inducendo la morte selettiva delle cellule cancerose.
Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"