PARTECIPANTI
• Tanja Gruber
• Marco Togni
• Nicola Bertuccio
• Franco Locatelli
• Giuseppe Basso
• Martina Pigazzi
• Tanja Gruber
• Marco Togni
• Nicola Bertuccio
• Franco Locatelli
• Giuseppe Basso
• Martina Pigazzi
La leucemia mieloide acuta rappresenta il 10-20% delle leucemie in età pediatrica, con un’incidenza in Italia di circa 65-70 nuovi casi all’anno nell’età compresa tra 0 e 15 anni. Si tratta di un gruppo di malattie molto eterogenee per caratteristiche cliniche e genetiche e, nonostante i notevoli progressi in ambito terapeutico, hanno ancora oggi una prognosi sfavorevole. La sopravvivenza libera da malattia a cinque anni dalla diagnosi è intorno al 50%, e circa il 30% dei bambini ha una ricaduta, complicando il processo di guarigione. I chemioterapici oggi in uso, così come il trapianto, sono caratterizzati da una notevole tossicità cardiaca, epatica e polmonare. Inoltre gli effetti a lungo termine sulla crescita sono significativi, soprattutto nei bambini che ricevono il trattamento durante il primo anno di vita. L’analisi approfondita del genoma ha individuato nel 10% dei casi un’anomalia cromosomica responsabile della fusione dei geni CBFA2T3 e GLIS2. I bambini portatori di questa mutazione hanno un rischio di recidiva maggiore e una sopravvivenza significativamente inferiore. Il gene di fusione CBFA2T3-GLIS2 interviene nel processo di sviluppo leucemico mediante l’attivazione anomala della via di segnalazione intracellulare di Hedgehog. L’obiettivo del progetto è sviluppare farmaci specifici che possano inibire questa attività anomala causata da CBFA2T3-GLIS2 nelle leucemia mieloide acuta del bambino molto piccolo portatore di questa alterazione genetica. Avere farmaci mirati permetterà di impostare protocolli di terapia personalizzata in grado di annullare o contenere gli effetti tossici, aumentare l’efficacia e abbassare il rischio di recidiva in bambini affetti da leucemia mieloide acuta a prognosi particolarmente infausta.
Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Orsola Malpighi di Bologna