NOTE BIOGRAFICHE
- Nata a Brescia nel 1984
- Laureata in Biotecnologie Mediche all’Università degli Studi di Brescia
- PhD in Medicina Molecolare e Translazionale all’Università degli Studi di Milano
Tra i tumori ginecologici il carcinoma ovarico è quello associato a maggiore mortalità, dovuta a frequenti diagnosi tardive e all’insorgenza di recidive resistenti alla chemioterapia.
I microRNA sono piccole molecole con un ruolo chiave nella regolazione genica: tra questi, è stato osservato che il miR-23a-3p è maggiormente espresso nelle pazienti con un tumore ovarico, particolarmente aggressivo, che non risponde alla chemioterapia a base di platino e che ha una prognosi più infausta.
Questo progetto intende indagare su quali siano i geni regolati dal miR-23a-3p, per meglio comprenderne il ruolo all’interno della cellula tumorale. A tale scopo, mediante strumenti bioinformatici, è già stata stilata una lista di possibili geni bersaglio, la cui attività verrà testata nei tessuti tumorali. Infine, si procederà a verificare, tramite colture cellulari di tumore ovarico, il meccanismo d’azione del miR-23a-3p, implicato nel “riconoscimento” e legame del gene d’interesse e quindi nella sua regolazione. Questo studio consentirà di approfondire uno dei meccanismi potenzialmente implicati nello sviluppo della resistenza al platino nel carcinoma ovarico.
L’obiettivo è far luce sul funzionamento di un piccolo RNA, importante nella regolazione dei geni, i cui livelli aumentano nei carcinomi ovarici più aggressivi.
ASST Spedali Civili di Brescia
Il carcinoma ovarico è il più letale tra i tumori ginecologici, caratterizzato da una diagnosi tardiva e dall’insorgenza di recidive resistenti alla chemioterapie. La rapida crescita delle cellule tumorali e l’alterazione della vascolarizzazione comportano una riduzione dell’apporto di ossigeno e lo sviluppo di un ambiente poco ossigenato (ipossico) all’interno del tumore. I cambiamenti molecolari nelle cellule malate, necessari per la sopravvivenza in condizioni di ipossia, ne favoriscono la progressione e lo sviluppo di chemioresistenza: l’ipossia è dunque responsabile dello sviluppo di carcinomi ovarici particolarmente aggressivi e resistenti.
I microRNA, piccole molecole con un ruolo chiave nelle trasformazioni cellulari, sono stati associati all’ipossia e potrebbero rappresentare marcatori presenti in maniera diversa nelle pazienti con elevata ipossia, in grado di predire la risposta al trattamento e/o la sopravvivenza globale. L’obiettivo del progetto è valutare i livelli di un set di 25 microRNA in un database pubblico di carcinoma ovarico di riferimento e validare, utilizzando metodiche d’indagine innovative, quelli che sono risultati alterati in una coorte indipendente di pazienti. Verranno inoltre studiati i geni regolati da questi microRNA, per approfondire i meccanismi sottesi all’ipossia.
L’obiettivo della ricerca è identificare e comprendere l’azione di microRNA associati al carcinoma ovarico in carenza di ossigeno, da usare come marcatori.
ASST Spedali Civili di Brescia
Il carcinoma ovarico rappresenta il più letale tra i tumori ginecologici, caratterizzato da una diagnosi spesso tardiva e dall’insorgenza di recidive resistenti alle terapie convenzionali. La diagnosi precoce rappresenta uno strumento indispensabile per individuare le pazienti con carcinoma ovarico a stadio iniziale, che mostrano un tasso di sopravvivenza superiore a 5 anni del 85-90%. Tuttavia, ad oggi non esistono marcatori tumorali sufficientemente sensibili e specifici per il tumore ovarico che consentano una diagnosi precoce.
Recentemente piccole molecole di Rna regolatorio, dette microRNA (miR), sono state individuate e quantificate nel sangue e hanno assunto il ruolo di potenziali biomarcatori in grado di rivelare precocemente l’insorgenza di tumori. In uno studio precedente su microRNA isolati dal sangue di pazienti con tumore ovarico sieroso a stadio avanzato, miR-1246 è emerso come un biomarcatore per tumore ovarico. Sulla base di questi risultati, questo progetto intende quantificare i livelli di miR-1246 circolante nel sangue di un gruppo di pazienti affette da carcinoma ovarico a stadio iniziale, al fine di valutarne il potenziale come marcatore diagnostico nelle fasi precoci di malattia. Inoltre, i livelli di miR-1246 verranno analizzati in una coorte di pazienti affette da patologie ovariche benigne, per valutarne la specificità nella diagnosi differenziale tra masse ovariche maligne e benigne.
Infine, i livelli di miR-1246 verranno monitorati durante il periodo di trattamento chemioterapico, al fine di determinarne la sensibilità nell’individuare precocemente un'eventuale recidiva o progressione neoplastica.
ASST Spedali Civili di Brescia