- Nata a Rho (MI) nel 1989
- Laureata in Neurobiology presso l’Università degli Studi di Pavia
- PhD in Biomolecular Sciences and Biotechnology presso IUSS Pavia - Istituto Universitario di Studi Superiori
Obiettivo: chiarire gli effetti nocivi del PM2.5 (particolato fine) sui neuroni e identificare dei potenziali marcatori precoci di danno neuronale.
Ogni anno circa quattro milioni di persone muoiono prematuramente a causa dell'inquinamento atmosferico, soprattutto per problemi cardiaco-polmonari, ma recenti scoperte suggeriscono che il particolato (PM) possa danneggiare anche il cervello. Gli inquinanti atmosferici possono raggiungere l’encefalo passando per i polmoni (e poi attraverso il sangue) oppure direttamente attraverso il naso.
In particolare, il PM2.5 (una frazione del particolato cinquecento volte più piccola di un millimetro) può raggiungere il cervello attraverso la via nasale. Studiare gli effetti del PM2.5 sul cervello umano è complesso e l'uso di modelli animali è inadatto, poiché le differenze anatomiche tra il sistema nasale dell’uomo e quello dei roditori sono spiccate.
Obiettivo della ricerca sarà creare un sistema in vitro, in cui le cellule epiteliali nasali verranno esposte a PM2.5, grazie a uno strumento (chiamato ALI) che simula l'esposizione al particolato per inalazione. Le cellule epiteliali saranno poi messe in contatto con i neuroni, con i quali potranno comunicare attraverso una membrana porosa. Infine, i neuroni verranno analizzati per rilevare segni di infiammazione, stress ossidativo e marcatori di danno neuronale.
Università degli Studi di Milano