Tiromimetici nella terapia del carcinoma epatocellulare
Il carcinoma epatocellulare (HCC) rappresenta la seconda causa di morte per cancro ed è caratterizzato da una prognosi estremamente infausta. Studi precedenti hanno evidenziato come l'ormone tiroideo T3 sia in grado di ridurre la progressione di noduli preneoplastici e lo sviluppo di metastasi in un modello murino di epatocarcinogenesi. È noto che l’ormone T3 stimola la differenziazione delle cellule staminali epatiche in cellule mature del fegato: si è quindi ipotizzato che l’effetto antitumorale di T3 sul fegato sia dovuto alla sua capacità di indurre differenziamento cellulare.
Pertanto, lo scopo di questo progetto è determinare se l’induzione del processo di differenziamento delle cellule tumorali (che spesso nella malattia tendono a perdere le caratteristiche tipiche delle cellule mature) possa fornire la base per una terapia antitumorale. Si analizzeranno quindi i livelli dei fattori responsabili del differenziamento degli epatociti dopo trattamento con ormone T3.
Inoltre, poichè a causa dei suoi effetti collaterali T3 non è ancora utilizzato in clinica, si valuterà se lo stesso effetto antitumorale possa essere esercitato da molecole che agiscano sullo stesso recettore dell’ormone tiroideo, ma prive degli effetti tossici di T3 (tiromimetici). Al momento, non esistono terapie efficaci contro l’HCC, pertanto il possibile uso di tiromimetici nella terapia anti-HCC potrebbe avere una grande ricaduta traslazionale.
DOVE SVILUPPERA' IL PROGETTO:
Università degli Studi di Cagliari