NOTE BIOGRAFICHE
• Nata a Jenda (Burundi) nel 1984
• Laureata in Biologia Molecolare
presso l’Università degli Studi di Parma
• PhD in Biochimica e Biologia Molecolare e Clinica presso l’Università degli Studi di Parma
• Nata a Jenda (Burundi) nel 1984
• Laureata in Biologia Molecolare
presso l’Università degli Studi di Parma
• PhD in Biochimica e Biologia Molecolare e Clinica presso l’Università degli Studi di Parma
Alcune specifiche porzioni di DNA possono assumere conformazioni non-canoniche, note come G-quadruplex (una sorta di “quadrupla elica”) e R-loops (una struttura a tre filamenti di DNA e RNA). Sebbene queste forme sembrino avere un ruolo importante nella replicazione del genoma e nella regolazione dell’attività dei geni, possono anche minare l’integrità del nostro DNA. Se non adeguatamente controllate possono infatti essere fonte di instabilità genomica (e quindi di mutazioni o rotture nel filamento), a sua volta causa di malattie genetiche ereditarie e tumori. Usando il lievito come organismo modello, si è scoperto che la proteina Vid22 protegge la stabilità del DNA andando a legarsi ai G-quadruplex e regolando l'accumulo di R-loops in specifiche regioni del DNA. Con questo progetto si vuole determinare come Vid22 “appiani” queste conformazioni e scoprire con quali altre molecole cooperi. I risultati serviranno non solo a comprendere i meccanismi alla base dello sviluppo del cancro ma anche a guidare lo studio di due proteine umane corrispondenti a Vid22 che potrebbero essere nuovi fattori direttamente coinvolti nel mantenimento dell’integrità del genoma umano.
Università degli Studi di Milano
Il mantenimento dell’integrità del genoma è essenziale per la sopravvivenza della cellula e per la fedele trasmissione del materiale genetico alla progenie. Tutti gli organismi hanno evoluto complessi meccanismi di sorveglianza e di riparazione delle lesioni che possono danneggiare il DNA e comprometterne la sua stabilità. Mutazioni nei meccanismi di riparazione del Dna sono fonte d’instabilità genomica che può determinare morte cellulare e, negli organismi più complessi, è causa di malattie genetiche ereditarie e precede e guida il processo di carcinogenesi.
Negli ultimi anni sono stati compiuti numerosi studi sulla risposta cellulare ai danni al DNA, tuttavia il quadro è ancora incompleto. Data la conservazione dei meccanismi molecolari dal lievito fino all’uomo e la sua minore complessità, il lievito Saccharomyces cerevisiae è un ottimo sistema modello per lo studio dell’instabilità genomica. Dati preliminari indicano che le proteine Vid22, Tbf1 e Env11 sono importanti per proteggere le estremità dei cromosomi, e per appianare alcune particolari conformazioni in specifiche porzioni di Dna. Questo progetto completerà lo studio in lievito cercando di definire il loro meccanismo d’azione, di cruciale importanza nel contrastare l’insorgenza di tumori, ed estenderà i risultati anche alle cellule umane (anch’esse dotate di queste proteine).
Il progetto indagherà il funzionamento di tre proteine importanti nel mantenere l’integrità del genoma, fattore cruciale per evitare lo sviluppo di tumori.
Il mantenimento dell’integrità del genoma è essenziale per la sopravvivenza della cellula e per la fedele trasmissione del materiale genetico alla progenie. Tutti gli organismi viventi hanno evoluto complessi meccanismi di sorveglianza e di riparazione delle lesioni che possono danneggiare il Dna e comprometterne la sua stabilità.
Mutazioni nei meccanismi di riparazione del Dna sono dannose poiché sono fonte d’instabilità genomica che può determinare morte cellulare e, negli organismi più complessi, è causa di malattie genetiche ereditarie e precede e guida il processo di carcinogenesi.
Negli ultimi anni sono stati compiuti numerosi studi per caratterizzare la risposta cellulare al danno, tuttavia il quadro è ancora incompleto. Data la conservazione dei meccanismi molecolari dal lievito fino all’uomo e la sua minore complessità, il lievito Saccharomyces cerevisiae è un ottimo sistema modello per lo studio dell’instabilità genomica. Dati preliminari indicano che l’eliminazione del gene DSL2 nel lievito conferisce una maggiore sensibilità ad agenti genotossici ed è legato a un accumulo di riarrangiamenti nei cromosomi.Sembra che la funzione di DSL2 sia stata conservata durante l’evoluzione: un gene corrispondente è stato identificato anche nell’essere umano.
Questo progetto ha quindi l’obiettivo di caratterizzare meglio il ruolo di Dsl2 come fattore necessario a mantenere la stabilità del genoma. I risultati della ricerca potrebbero aggiungere una nuova tessera alla comprensione del mantenimento dell’integrità genomica e fornire risultati rilevanti anche per future implicazioni biomediche.
Università Statale di Milano
Il mantenimento dell’integrità del genoma è essenziale per la sopravvivenza della cellula e per la fedele trasmissione del materiale genetico alla progenie. Tutti gli organismi viventi hanno evoluto complessi meccanismi di sorveglianza e di riparazione delle lesioni che possono danneggiare il DNA e comprometterne la sua stabilità. Mutazioni nei meccanismi di riparazione del DNA sono dannose poiché sono fonte d’instabilità genomica che può determinare morte cellulare e, negli organismi più complessi, è causa di malattie genetiche ereditarie e precede e guida il processo di carcinogenesi. Negli ultimi anni sono stati compiuti numerosi studi per caratterizzare la risposta cellulare al danno, tuttavia il quadro è ancora incompleto. Data la conservazione dei meccanismi molecolari dal lievito fino all’uomo e la sua minore complessità, il lievito Saccharomyces cerevisiae è un ottimo sistema modello per lo studio dell’instabilità genomica. Questo progetto si focalizza su uno screening in lievito allo scopo di identificare, mediante un approccio genetico e di biologia molecolare, nuovi geni responsabili della stabilità del genoma ed estendere i risultati ottenuti agli organismi più complessi. Le conoscenze acquisite saranno fondamentali per la comprensione delle strategie di sopravvivenza cellulare, per l’individuazione delle cause di malattie genetiche e dei tumori e per lo sviluppo di nuove terapie più efficaci e con minori effetti citotossici.
Università degli Studi di Milano