Nanoplastiche, salute e osteosarcoma: un possibile effetto “Giano”?
Oggi più che mai siamo consapevoli dell’impatto che ambiente e inquinamento possono avere sulle nostre vite. Le nanoplastiche, frammenti di plastica derivanti dalla degradazione dei rifiuti del diametro di un miliardesimo di metro, sono in grado di entrare in circolo nel nostro organismo mediante la catena alimentare.
Durante il progetto, giunto al secondo anno, sono stati valutati gli effetti delle nanoplastiche sulle cellule responsabili della formazione e del rimodellamento dell’osso (osteoblasti, osteociti e osteoclasti) in condizioni fisiologiche, evidenziando un effetto tossico dovuto allo stress ossidativo. Sarebbe possibile utilizzare la tossicità della nanoplastiche per combattere la progressione del tumore dell’osso (osteosarcoma)?
Obiettivo del progetto sarà analizzare questo potenziale effetto “Giano Bifronte” (la divinità latina dalle due facce contrapposte, bene e male), sia in condizioni fisiologiche (usando cellule ossee sane) sia in condizioni patologiche (utilizzando linee cellulari di osteosarcoma). In particolare verranno analizzati gli effetti delle nanoplastiche sull’epigenoma, l’insieme delle molecole che funzionano come “segnalibri” sul DNA per attivare o spegnere specifici geni.
Dove svilupperà il progetto:
Università degli Studi di Milano