Roscigno Giuseppina

NOTE BIOGRAFICHE

  • Nata a Napoli nel 1985
  • Laureata in Biologia all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”
  • PhD in Oncologia e Endocrinologia Molecolare all’Università degli Studi di Napoli Federico II

Predire in vitro la risposta ai farmaci nel tumore al seno (leggi l'intervista)

2020

Gli organoidi: un nuovo approccio sperimentale per studiare il carcinoma al seno 
 

L’aggressività del tumore al seno e la risposta ai farmaci sono caratteristiche influenzate dalla zona adiacente al tumore – chiamata microambiente – che contiene cellule come i fibroblasti e i linfociti. Per sviluppare trattamenti efficaci, dunque, è necessario considerare il tumore come una complessa struttura multicellulare. In laboratorio questo è possibile grazie all’uso di organoidi, ossia aggregati tridimensionali di cellule cresciute in vitro a partire da una biopsia tumorale del paziente. Rispetto alle classiche colture cellulari, gli organoidi hanno il vantaggio di organizzarsi nello spazio rispecchiando il vero comportamento tumorale.

Obiettivo del progetto sarà sviluppare degli organoidi a partire da biopsie di carcinoma mammario: le cellule, così prelevate, verranno cresciute insieme a cellule del microambiente (fibroblasti e linfociti) per studiare come quest’ultimo contribuisca alla resistenza ai chemioterapici. Inoltre, gli organoidi saranno utilizzati per valutare l’efficacia e la penetrazione di nuovi farmaci a base di nanoparticelle – cioè molecole molto piccole in grado di veicolare la terapia verso il cuore della massa tumorale.

Area

Oncologia

2019

Gli organoidi: un nuovo metodo di studio per il carcinoma al seno

Il cancro al seno è una delle principali cause di morte per tumore nelle donne. L’aggressività del carcinoma e la risposta alle cure possono essere influenzate da tutti gli elementi cellulari adiacenti al tumore – il microambiente – come ad esempio i fibroblasti e le cellule del sistema immunitario. Per sviluppare approcci terapeutici efficaci è quindi necessario considerare il tumore come una complessa struttura multicellulare. In laboratorio questo è possibile grazie all’uso di organoidi, ossia aggregati tridimensionali di cellule, cresciuti in vitro a partire da cellule tumorali prelevate dal paziente. Rispetto ai sistemi classici in vitro, gli organoidi hanno il vantaggio di organizzarsi nello spazio rispecchiando il vero comportamento tumorale. Obiettivo del progetto sarà sviluppare degli organoidi a partire da biopsie di carcinoma mammario che verranno cresciuti insieme alle cellule del loro microambiente, per studiare come quest’ultimo possa contribuire alla resistenza ai trattamenti. I risultati ottenuti grazie agli organoidi potranno rappresentare uno strumento importante per la personalizzazione del trattamento nel cancro alla mammella.

DOVE SVILUPPERÀ IL PROGETTO:

Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Area

Oncologia

2018

Organoidi: un nuovo approccio per la terapia del tumore al seno

Il tumore alla mammella è la più frequente causa di morte per cancro tra le donne. È un’entità complessa, all’interno della quale ognuna delle cellule può essere caratterizzata da differenti mutazioni, ed evolve in maniera differente in ciascun paziente. L’aggressività del tumore e la risposta ai farmaci può essere influenzata anche da altri tipi di cellule che formano il microambiente tumorale, come fibroblasti e cellule immunitarie: il tumore “educa” queste cellule a produrre fattori utili per la sua crescita.

Gli organoidi sono aggregati tridimensionali di cellule del tumore cresciuti in vitro a partire dalle cellule tumorali prelevate dal malato. Hanno il vantaggio di organizzarsi nello spazio in modo simile alla controparte in vivo, rispecchiando in maniera più fedele il comportamento tumorale. Il progetto prevede l’utilizzo degli organoidi, ottenuti da biopsie di pazienti, come strumento per studiare l’evoluzione del tumore in maniera più fisiologica. Inoltre, questi saranno cresciuti assieme alle cellule del microambiente per mimare la complessità tumorale e studiare il loro coinvolgimento nella resistenza ai trattamenti. Gli organoidi potranno rappresentare uno strumento per predire l’esito terapeutico e per la personalizzazione della terapia nel tumore al seno.

Obiettivo della ricerca è utilizzare organoidi tridimensionali da biopsie di pazienti per studiare la risposta ai trattamenti nel tumore al seno.

DOVE SVILUPPERÀ IL PROGETTO:

Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Area

Oncologia

2017

Predizione della risposta terapeutica in modelli 3D di tumore al seno


Il tumore alla mammella è caratterizzato da un’elevata variabilità nella risposta alla terapia, e spesso l’insorgenza di nuove resistenze farmacologiche rende necessario cambiare l’approccio terapeutico, causando un rallentamento nei tempi di guarigione. Nella ricerca in quest’ambito, un forte limite è rappresentato dalla scarsa disponibilità di sistemi modello capaci di predire la risposta ai farmaci: quelli attualmente utilizzati infatti non tengono conto della complessità e dell’eterogeneità tumorale.

Il sistema modello più comune è rappresentato dalle classiche colture di cellule tumorali, che però non rispecchiano la corretta organizzazione tridimensionale (e, di conseguenza, il comportamento) della massa cancerosa. Pertanto, il seguente progetto propone l’utilizzo di “organoididerivati da paziente come nuovo approccio per predire l'esito terapeutico e ottenere informazioni utili per eventuali modifiche della cura. Gli organoidi sono cellule derivate dal tumore coltivate in vitro secondo una struttura tridimensionale.


Con questo progetto, gli organoidi saranno ottenuti da biopsie e trattati come il tumore di origine. La mortalità e le proprietà maligne saranno studiate e confrontate con l’evoluzione del tumore primario. Pertanto, gli organoidi potranno rappresentare uno strumento importante per prevedere la risposta ai farmaci e per una personalizzazione del trattamento del cancro alla mammella.


DOVE SVILUPPERA' IL PROGETTO

Università degli Studi di Napoli Federico II

Area

Oncologia
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