c-myc, ciclina D1 e radioresistenza del carcinoma prostatico
Il trattamento del carcinoma prostatico prevede la combinazione di chirurgia, terapia ormonale e radioterapia. In particolare l'introduzione della radioterapia come trattamento unico alternativo alla prostatectomia radicale nei pazienti affetti da malattia localizzata, o adiuvante all’intervento chirurgico negli stadi più avanzati, ha rivoluzionato l'approccio terapeutico al carcinoma prostatico. Nonostante l’evoluzione tecnologica però alcuni pazienti non rispondono alla radioterapia, con conseguenti recidive di malattia e metastasi. I meccanismi molecolari responsabili della radioresistenza sono molteplici e solo la loro piena comprensione potrà permettere la sintesi di farmaci radiosensibilizzanti che rendano la radioterapia pienamente efficace. Dati preliminari suggeriscono che la radioresistenza del carcinoma prostatico sia correlata all’alterata espressione degli oncogeni c-myc e ciclina D1. L’attività di queste due oncoproteine sarà investigata in cellule di carcinoma prostatico, dipendenti o no dagli androgeni, rese altamente radioresistenti dopo ripetuti trattamenti radianti. La speranza è di poter identificare nuovi target molecolari verso cui sviluppare nuovi farmaci ad azione radiosensibilizzante utilizzabili nel trattamento del carcinoma alla prostata.
Lo scopo del progetto è valutare la relazione tra alterata espressione delle proteine c-myc e ciclina D1 e resistenza alla terapia nel carcinoma prostatico.
Dove svolgerà il progetto:
Università di Roma “La Sapienza”