Un agente di contrasto bimodale per la chirurgia della prostata
Nell’ultimo decennio il dosaggio del Psa (Antigene Prostatico Specifico) nel sangue ha considerevolmente aumentato la possibilità di individuare i tumori della prostata in fase precoce. Inoltre, nei casi in cui il tumore sia ancora circoscritto, la radioterapia e la rimozione dell’intera ghiandola prostatica si rivelano interventi particolarmente efficaci.
Tuttavia le condizioni essenziali per il buon esito della chirurgia e per evitare la comparsa di recidive nel corso degli anni sono l’asportazione completa delle cellule maligne e la preservazione dei tessuti sani e funzionanti. A questo proposito lo sviluppo di tecniche di imaging utilizzabili sia in fase pre- che intra-operatoria risulta di importanza fondamentale per delineare con esattezza i confini della neoplasia.
Lo scopo di questo progetto è lo sviluppo di una molecola che funga da sonda, in grado di riconoscere e legarsi in modo specifico ad una proteina presente ad alti livelli unicamente nelle cellule cancerose di prostata. La sonda potrà cioè essere visualizzabile sia nella risonanza magnetica pre-operatoria, necessaria a pianificare la chirurgia, sia nella video-chirurgia intra-operatoria, utile a guidare i chirurghi nella rimozione dei tessuti patologici e nella preservazione dei fasci neurovascolari, minimizzando così la possibilità di recidive e la comparsa di effetti collaterali come incontinenza e impotenza.
DOVE SVILUPPERA' IL PROGETTO
Università degli Studi di Torino