NOTE BIOGRAFICHE
- Nata a Ceccano (FR) nel 1987
- Laureata in Genetica e Biologia Molecolare presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
- PhD in Biotecnologie presso l’Università degli Studi dell’Aquila
Il neuroblastoma è un tumore del sistema nervoso periferico che presenta
un picco di diagnosi tra zero e cinque anni di vita. Alcuni casi di neuroblastoma sono detti “ad alto rischio” e sono associati a scarso successo terapeutico: in questi casi può essere coinvolto il gene MYCN, che viene duplicato in quantità anormali causando una crescita cellulare incontrollata.
Questo tipo di neuroblastoma ad alto rischio viene chiamato MNA, e queste cellule tumorali presentano elevati livelli di stress replicativo con danni ingenti al DNA. Studi recenti, tuttavia, hanno dimostrato che riducendo lo stress replicativo è possibile colpire le cellule tumorali limitandone la crescita ed eliminandole.
Obiettivo del progetto sarà sperimentare alcuni farmaci inibitori dello stress replicativo già presenti sul mercato, per valutarne il potenziale terapeutico su cellule di neuroblastoma MNA. Poiché questi farmaci sono già commercializzati (sebbene per malattie differenti) in caso di risultati promettenti potrebbero rappresentare una valida opzione terapeutica, disponibile in tempi brevi, contro i neuroblastomi ad alto rischio.
Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
Alcuni casi di neuroblastoma, con un numero anormale di copie del gene MYCN, sono detti “ad alto rischio”: sono infatti associati a scarso successo terapeutico e una prognosi spesso infausta. È noto che MYCN, proteina coinvolta nella crescita cellulare, induce danni al DNA e “stress replicativo”, ovvero difetti nella duplicazione dei cromosomi. Studi precedenti hanno dimostrato che bersagliare farmacologicamente lo stress replicativo indotto da MYCN è efficace nell’uccidere cellule di neuroblastomi ad alto rischio. Scopo del progetto è testare l’attività di alcuni farmaci inibitori di molecole chiave per il controllo dello stress replicativo (come gli inibitori di PARP, MRE11, CHK1, WEE1) in modelli preclinici di neuroblastoma ad alto rischio, definendo concentrazioni e modalità di somministrazione efficaci da un punto di vista terapeutico. Poiché alcuni di questi farmaci sono già usati in clinica o sono in fase avanzata di sperimentazione per altri tumori, la loro possibile attività contro il neuroblastoma rappresenta una concreta opportunità di miglioramento terapeutico.
Università degli Studi di Roma “La Sapienza”