NOTE BIOGRAFICHE
• Nata a Frascati (RM) nel 1979
• Laureata in Biologia all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata
• PhD in Biologia Cellulare e Molecolare all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata
• Nata a Frascati (RM) nel 1979
• Laureata in Biologia all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata
• PhD in Biologia Cellulare e Molecolare all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata
I tumori di origine primaria sconosciuta (CUPs) rappresentano una sindrome altamente maligna, caratterizzata da una diffusione neoplastica in assenza di un tumore primario identificabile. I CUPs costituiscono il 3-4% di tutti i tumori e la sopravvivenza media si aggira tra i 4 e i 12 mesi, essendo refrattari alla chemioterapia standard. Due caratteristiche principali sono condivise da tutti i CUPs: un elevato indice di staminalità e una precoce diffusione metastatica. I tumori, in generale, sono costituiti da una popolazione eterogenea di cellule arrestate a diversi stadi di differenziamento e recentemente è stata individuata, in tumori sia solidi che liquidi, la presenza di alcune cellule note come cellule staminali tumorali (CSCs).
Questo sottogruppo di cellule, pur rappresentando una percentuale molto bassa dell’intero tumore, è quello resistente a radio- e chemioterapie, responsabile delle ricadute e della diffusione metastatica. Considerato l’elevato tasso di staminalità e di metastatizzazione dei CUPs, è di fondamentale importanza lo studio delle cellule staminali presenti. Lo scopo del progetto è pertanto l’isolamento delle staminali nei CUP e l’analisi delle aberrazioni genetiche e funzionali che causano il mantenimento della staminalità e la crescita invasiva, al fine di sviluppare terapie mirate finalmente efficaci.
La ricerca ha l’obiettivo di studiare le caratteristiche delle cellule staminali nei tumori a origine ignota per sviluppare strategie terapeutiche efficaci.
Fondazione del Piemonte per l'Oncologia, Candiolo (TO)
Alcuni tumori si presentano, fin dal loro esordio, come disseminati nell’organismo sotto forma di metastasi. In circa il 3-4% dei casi non è possibile né riconoscere la presenza del tumore di origine, né classificare con precisione la natura delle metastasi, sulla base di somiglianze con altri tumori noti. La disseminazione metastatica e l’incerta origine del tumore rendono diagnosi e terapia molto difficili, perciò la sopravvivenza si aggira intorno ai 4-12 mesi.
Una strada per meglio comprendere e curare questi “tumori di origine ignota” consiste nell’isolare e caratterizzare le loro cellule staminali. È ormai opinione condivisa che le cellule staminali tumorali costituiscano la radice di tutti i tumori, radice che è necessario colpire con terapie innovative per raggiungere una guarigione definitiva. Nel caso dei tumori di origine ignota, le cellule staminali sembrano avere un ruolo particolarmente importante, perché si ritiene che formino una popolazione cellulare dominante: sarebbe proprio l’elevata “staminalità” del tumore a renderlo molto aggressivo e dissimile dalla maggior parte dei tumori noti, in cui le cellule staminali rappresentano in genere una piccola percentuale del tumore.
Con questo progetto si punta a isolare le cellule staminali dai tessuti tumorali prelevati dai pazienti, o circolanti nel loro sangue, per studiare le caratteristiche genetiche e fenotipiche di queste cellule e sperimentare su di esse nuovi farmaci mirati a colpire le molecole responsabili della loro propagazione e capacità metastatica.
Fondazione del Piemonte per l’Oncologia, Candiolo (TO)
Alcuni tumori si presentano, fin dal loro esordio, come disseminati nell’organismo sotto forma di metastasi. In alcuni casi non è possibile né riconoscere la presenza del tumore di origine, né classificare con precisione la natura delle metastasi, sulla base di somiglianze con altri tumori noti. La disseminazione metastatica e l’incerta origine del tumore rendono diagnosi e terapia molto difficili, perciò la sopravvivenza si aggira intorno ai 4-12 mesi. Una strada per meglio comprendere e curare questi “tumori di origine ignota” consiste nell’isolare e caratterizzare le loro cellule staminali. È ormai opinione condivisa che le cellule staminali tumorali costituiscano la radice di tutti i tumori, radice che è necessario colpire con terapie innovative per raggiungere una guarigione definitiva. Nel caso dei tumori di origine ignota, le cellule staminali sembrano avere un ruolo particolarmente importante, perché si ritiene che formino una popolazione cellulare dominante: sarebbe proprio l’elevata “staminalità” del tumore a renderlo molto aggressivo e dissimile dalla maggior parte dei tumori noti, in cui le cellule staminali rappresentano in genere una piccola percentuale del tumore. Con questo progetto ci proponiamo di isolare le cellule staminali dai tessuti tumorali prelevati dai pazienti o circolanti nel loro sangue, di studiare le caratteristiche genetiche e fenotipiche di queste cellule e di sperimentare su di esse nuovi farmaci mirati a colpire le molecole responsabili della loro propagazione e capacità metastatica.
Fondazione del Piemonte per l’Oncologia di Candiolo (TO)