Pighi Chiara

NOTE BIOGRAFICHE

  • Nata a Negrar (VR) nel 1984
  • Laureata in Biotecnologie Molecolari e Industriali presso l’Università degli Studi di Verona
  • PhD in Patologia Oncologica e Cellule Staminali presso l’Università degli Studi di Verona

2019

Resistenza agli inibitori del BRC nella leucemia linfatica cronica

Idelalisib e ibrutinib sono farmaci chemioterapici che funzionano come inibitori del BCR, una proteina presente sulla superficie esterna dei linfociti B: si tratta di una proteina normalmente espressa, che diventa un bersaglio molecolare importante in caso di leucemia linfatica cronica (LLC) per fermare lo sviluppo tumorale.

Questi farmaci, tuttavia, sembrano aumentare l'espressione di AID, una proteina che, se deregolata, induce l'insorgenza di mutazioni a carico del DNA stesso linfociti B del sistema immunitario. L’utilizzo prolungato di questi farmaci, dunque, potrebbe favorire l'acquisizione di mutazioni AID-dipendenti a carico del DNA, e contribuire alla selezione di cellule leucemiche mutate e molto aggressive.

Per comprendere meglio questo processo, lo studio si propone di creare un modello animale di LCC “trasformata”, cioè con mutazioni causate dal trattamento cronico con idelalisib e ibrutinib, e studiare queste cellule leucemiche iperaggressive a livello genetico. L’obiettivo sarà definire dei criteri diagnostici per la sospensione del trattamento, che potrebbero ridurre il rischio di far evolvere la leucemia verso un tipo più aggressivo e con una prognosi più sfavorevole.

Scopo del progetto è di studiare il genoma delle leucemie iperaggressive causate da trattamento prolungato di chemioterapici.

Dove svilupperà il progetto:

Università degli Studi di Torino

Area

Oncologia

2018

Resistenza agli inibitori di BCR nella leucemia linfatica cronica

Studi recenti nel campo della leucemia linfatica cronica hanno messo in risalto il ruolo cruciale svolto dalla via del recettore delle cellule B (BCR) nel supportare la proliferazione dei linfociti B tumorali. Per tale motivo sono stati recentemente approvati per il trattamento di pazienti farmaci che bloccano molecole chiave della via BCR, come Idelalisib o Ibrutinib, che finora hanno mostrato un elevato tasso di risposta e ridotta tossicità rispetto ai comuni chemioterapici. Un effetto collaterale è però un aumento di AID, un enzima specifico dei linfociti B, il cui ruolo è normalmente quello di indurre mutazioni nei geni degli anticorpi per poterne ampliare il repertorio, ma che in caso di mancata regolazione induce mutazioni anche in geni diversi, spesso implicati nella genesi dei tumori. L’ipotesi è che un trattamento prolungato con inibitori del BCR possa promuovere lo sviluppo di farmaco-resistenza o l’evoluzione della malattia tramite l’incremento dei livelli di AID e un conseguente aumento dell’instabilità genomica. Il progetto è quindi orientato all’identificazione delle mutazioni indotte da AID nei pazienti in trattamento cronico con Idelalisib o Ibrutinib. La conoscenza di questi meccanismi molecolari potranno servire per disegnare strategie mirate sempre più efficaci per trattare i pazienti e ritardare lo sviluppo delle resistenze.

Scopo della ricerca è valutare gli effetti sulla stabilità genomica dei linfociti B di un trattamento prolungato con farmaci anti-leucemici.

Dove svolgerà il progetto:

Università degli Studi di Torino

Area

Oncologia
Torna a inizio pagina