Intelligenza artificiale e neuroscienze per curare la depressione
Considerata la seconda causa di disabilità al mondo, la depressione colpisce una persona su 20, numero è in aumento. Circa il 60% delle persone che soffrono di disturbo bipolare, dove la depressione si alterna a fasi di eccessiva euforia (manie), sono inizialmente confuse come unipolari (caratterizzati dall'esclusiva presenza di fasi depressive) e attendono in media circa 5-10 anni per una corretta diagnosi con gravi conseguenze in termini di trattamento, incremento del rischio di suicidio e spese sociali.
Ad oggi non vi sono misure biologiche oggettive che permettano di guidare il clinico in questo processo. Le neuroscienze mostrano differenze nella struttura e nel funzionamento cerebrale di unipolari e bipolari. Questi dati hanno però un ridotto impatto in termini clinici in quanto non informativi sul singolo. Obiettivo che può essere raggiunto con l’intelligenza artificiale; questa infatti può essere istruita a riconoscere, sulla base di parametri strutturali e di imaging funzionale del cervello, a quale categoria appartengono i pazienti. Il progetto mira a implementare l’intelligenza artificiale su misure di connettività, funzionamento e struttura cerebrale così da arrivare a indici di validità predittiva nel distinguere i quadri clinici.
Il progetto si prefigge di identificare marcatori per il disturbo bipolare, per sviluppare nuovi strumenti per prevenire e trattare in modo tempestivo i disturbi dell’umore.
DOVE SVILUPPERÀ IL PROGETTO:
Irccs Ospedale San Raffaele, Milano