Note biografiche:
- Nata a Reggio Emilia nel 1989
- Laureata in Biotecnologie Farmaceutiche presso Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
- PhD in Scienze Mediche e Biotecnologie presso l’Università del Piemonte Orientale "A. Avogadro", Novara
NKX3-2 è una proteina fino a oggi poco studiata nella biologia del cancro, che ha mostrato una correlazione con la resistenza alla chemioterapia e la capacità di formare metastasi nei tumori ovarici.
Obiettivo della ricerca sarà studiare il coinvolgimento di NKX3-2 nella regolazione delle comunicazioni tra le diverse cellule all’interno e intorno alla massa tumorale. Le cellule malate, infatti, dialogano anche con le cellule sane del tessuto circostante (chiamato “microambiente tumorale” e composto da diversi tipi cellulari, vasi sanguigni e molecole). Le cellule sane così vengono “corrotte” da quelle cancerose e indotte a svolgere funzioni che favoriscono la progressione della neoplasia. Le prospettive a lungo termine saranno quelle di sviluppare delle strategie terapeutiche mirate che consentano di “riprogrammare” il microambiente tumorale e di agire in sinergia con i farmaci chemioterapici, al fine di prevenire o ridurre le recidive legate alla resistenza ai trattamenti.
Università del Piemonte Orientale "A. Avogadro", Novara
NKX3-2 è una proteina fino a oggi nota per il suo coinvolgimento nella maturazione della cartilagine. Studi precedenti hanno però evidenziato la sua capacità nel promuovere le metastasi e il differenziamento delle cellule immunitarie, sebbene il suo ruolo nella progressione del cancro ovarico resti per lo più sconosciuto.
Obiettivo del progetto sarà studiare il coinvolgimento di NKX3-2 nei meccanismi di chemioresistenza del carcinoma ovarico, un fenomeno alla base delle recidive post-terapia, e di “predire” quali siano le strategie terapeutiche da impiegare per migliorare il trattamento e la qualità di vita delle pazienti. In particolare, lo studio si focalizzerà sulle relazioni tra le diverse cellule (popolazioni) che compongono la massa tumorale: questa, infatti, non è composta solamente da cellule tumorali, ma anche da cellule sane che in condizioni patologiche vengono “corrotte” da quelle cancerose e indotte a svolgere delle funzioni che accentuano la malignità della neoplasia.
Università del Piemonte Orientale "A. Avogadro", Novara