Oltre tre milioni gli italiani propensi a inserire un lascito nelle ultime volontà. Una formula di sostegno che ci ha già permesso di sostenere oltre 350 ricercatori e 10 progetti di ricerca
La crisi ha ridotto il numero (e la portata) delle donazioni. Al contempo, però, negli ultimi anni è cresciuta la sensibilità degli italiani nei confronti del testamento solidale, una possibilità che hanno già dichiarato di voler cogliere diversi personaggi famosi: da Mark Zuckerberg a Elton John, da Gordon Ramsay a Simon Cowell. Il lascito testamentario è considerato l'ultima frontiera della filantropia moderna, un modo «per avere cura di chi verrà dopo di noi», riprendendo le parole usate da Ferdinando Ricci, responsabile marketing della Fondazione Umberto Veronesi, in occasione dell’evento organizzato a Milano per parlare di testamento biologico e testamento solidale.
Nel caso della Fondazione Umberto Veronesi, grazie ai lasciti testamentari, è stato finora possibile finanziare l'attività di oltre 350 ricercatori e dieci progetti di ricerca. Un chiaro segnale che dimostra come, malgrado la crisi, l’Italia rimane uno dei Paesi più generosi d’Europa. Davanti, stando ai dati di una ricerca condotta dal network europeo di studi sulla filantropia (Ernop), soltanto il Regno Unito e la Germania. Mentre i nostri connazionali, con 9,1 miliardi donati in un anno, si dimostrano più sensibili rispetto ai francesi, agli olandesi e agli svizzeri. «Disporre un lascito a favore degli enti del terzo settore è un’azione che permette di dare continuità alle proprie scelte e ai propri interessi in favore delle generazioni future», prosegue Ricci. Stando ai dati rilevati dal «Comitato Testamento Solidale», di cui fa parte anche la Fondazione Umberto Veronesi, sono oltre tre milioni gli italiani propensi a inserire un lascito nelle ultime volontà.
Per effettuare un dono nel testamento, non è necessario avere a disposizione grandi cifre. Non esiste un tetto minimo di donazione, piccoli contributi da tante persone possono permettere di raggiungere obiettivi importanti a beneficio della collettività». Tutto ruota attorno alla fiducia. Chi decide di donare una parte del proprio patrimonio attraverso lo strumento del lascito testamentario, vuole essere protagonista di un cambiamento. «Il testamento solidale rappresenta un’opportunità per mettere la propria firma in calce a una svolta, piccola o grande che sia», è il messaggio condiviso dai relatori intervenuti a Milano. Ai donatori viene concessa anche la possibilità di nominare dei «garanti», figure (eventualmente, non sono necessarie) chiamate a controllare che i fondi destinati a una realtà non profit siano impiegati per sostenere la causa nei cui confronti la persona s'era mostrata più sensibile. «L'esecutore testamentario - chiosa Ricci - può mettersi in contatto in qualsiasi momento con l'organizzazione, in modo da verificare che l'allocazione dei fondi riprenda quelle che erano le volontà espresse nel lascito».
Assieme a quello della fiducia, il tema della libertà è protagonista del ciclo di incontri «Libertà di sapere, libertà di scegliere» organizzati dalla Fondazione Umberto Veronesi per discutere del diritto di scelta sul fine vita, a cui afferiscono due temi di stringente attualità: oltre al testamento solidale, le disposizioni anticipate di trattamento (Dat). Dopo gli incontri di Roma (a maggio) e Milano, i prossimi sono in programma a Belluno (23 ottobre), a Novara (24 ottobre), a Torino (22 novembre), a Modena (4 dicembre), a Trapani (17 gennaio) e a Teramo (7 febbraio). Per informazioni, è possibile scrivere a eventi@fondazioneveronesi.it o contattare la Fondazione allo 02-76018187.