Anche quest’anno sosterremo tanti giovani ricercatori. Terapie sempre più mirate e prevenzione le vere armi nella lotta alle malattie. La cerimonia di premiazione il 27 aprile
«Nonostante i traguardi raggiunti nella lotta al cancro la battaglia è tutt’altro che vinta». «A differenza di quanto si possa pensare le malattie cardiovascolari mietono più vittime di qualsiasi altra patologia». «Con l’aumentare dell’aspettativa di vita media sempre più persone andranno in contro allo sviluppo di malattie neurodegenerative come morbo di Alzheimer e Parkinson». Sono queste le tre sfide della ricerca del presente e del futuro. Sfide che la Fondazione ha colto contribuendo a finanziare un vero e proprio “esercito di ricercatori” attraverso grant erogati tramite bando pubblico.
Lo facciamo da oltre dieci anni premiando gli scienziati più meritevoli dell’area oncologica, cardiologica e delle neuroscienze. Quest’anno abbiamo erogato 120 "borse di ricerca annuali" da e 10 "travel grant" che consentiranno di svolgere un anno di lavoro o un periodo di studio temporaneo di sei mesi all’estero rispettivamente. Non solo, accanto a questo finanziamento supporteremo i ricercatori della Scuola Europea di Medicina Molecolare (SEMM). A questo impegno si aggiungono 11 ulteriori borse annuali per giovani medici dedicate alla formazione e specializzazione clinica in ambito oncologico. Li abbiamo premiati mercoledì 27 aprile con una cerimonia che si è svolta allo spazio UniCredit Pavilion di Milano.
Nella scelta dei vincitori sono state privilegiate sia le ricerche focalizzate sulla diagnosi precoce sia quelle che rispondono al concetto di medicina traslazionale, ovvero una ricerca di rapido trasferimento dal laboratorio al letto del malato. La parte del leone la fa ancora l’oncologia con 92 borse di studio. Se da un lato gli scienziati che sosterremo per tutto il 2016 si occuperanno di studiare i meccanismi alla base dello sviluppo delle diverse forme di cancro - premessa base per lo sviluppo di nuove terapie -, dall’altro abbiamo voluto premiare anche quegli studi volti ad individuare i segnali precoci della presenza della malattia.
Sul versante delle malattie cardiovascolari le borse finanziante sono state sette. Come abbiamo detto queste malattie sono la prima causa di morte in Occidente e, in un quarto dei casi, potrebbero essere evitate con stili di vita sani: dieta mediterranea, esercizio fisico, astensione dal fumo. I progetti selezionati spaziano dalla ricerca di base sulla prevenzione e la predizione delle malattie - con lo studio di marcatori molecolari della funzione di cellule cardiache - alla ricerca sui fattori di rischio noti (ipertensione e colesterolo).
Inoltre, con venti borse di studio assegnate, ci sono gli studi che riguardano le patologie che colpiscono il cervello. Le terapie e gli interventi di prevenzione per queste malattie - non solo Parkinson e Alzheimer ma anche depressione, demenza, schizofrenia ed epilessia - sono poche e scarsamente efficaci. Ciò si verifica in quanto oggi abbiamo una comprensione ancora limitata del cervello e dei meccanismi molecolari e cellulari che stanno alla base del suo funzionamento. Infine, volendo premiare alcune ricerche trasversali alle tre aree, abbiamo voluto anche quest’anno sostenere la ricerca nutrigenomica - ovvero come l’alimentazione influenza il nostro Dna - e nella prevenzione delle malattie. Lo abbiamo fatto, erogando 11 borse. Un impegno che si somma al finanziamento di protocolli di ricerca in campo pediatrico, attraverso il progetto Gold for Kids, e alla presenza della Fondazione Umberto Veronesi fuori dai confini italiani con la promozione di progetti di prevenzione delle malattie oncologiche in Afghanistan, Guinea e Congo.