L'anticipazione dell'intervento del rettore dell'Università Bocconi Andrea Sironi, previsto per venerdì 13 novembre nel corso di Science For Peace
Il tema di questa edizione di Science for Peace (Traffico di esseri umani e schiavitù moderna) rappresenta un tema insieme complesso e terribile. Nell’affrontarlo, vorrei soffermarmi sul ruolo dell’istruzione, un tema naturalmente più congeniale alle mie competenze. È noto ed evidente che fenomeni come quelli della schiavitù e della tratta di minori tendono a manifestarsi con particolare virulenza nei paesi dove lo sviluppo economico e quello delle istituzioni sociali e politiche sono più limitati. In genere, ciò si accompagna anche a bassi livelli di diffusione dell’istruzione nella popolazione di tali paesi.
Le relazioni fra istruzione e livello di benessere, eguaglianza e integrazione sociale, salute, fiducia nei sistemi politici sono da tempo oggetto di attenzione di numerosi economisti in tutto il mondo. Secondo gli studi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), le correlazioni positive esistono e sono evidenti, anche se in misura diversa nei vari paesi. L’Ocse tuttavia esamina tuttavia solo i dati relativi ai propri paesi membri, ossia ai paesi economicamente più sviluppati. Altre ricerche considerano i paesi attualmente in stato di sotto-sviluppo quelli più colpiti dalla piaga della schiavitù. Per essi la risposta non è univoca. Sembra infatti che il grado di diffusione pura e semplice dell’istruzione non rappresenti di per sé un fattore di cambiamento sufficiente: occorre guardare anche alla qualità dell’istruzione, misurata in termini di livello di apprendimento. Se la qualità è bassa, anche le possibilità di uscire dalle condizioni di povertà restano limitate.
Il problema della qualità riguarda in realtà oggi i sistemi di istruzione di tutti i paesi del mondo, non solo del terzo o quarto mondo. Anche, per fare un esempio vicino, quello del nostro Paese, i cui studenti più giovani non sono in grado di conseguire un posizionamento soddisfacente nei test internazionali come PISA, i quali misurano i livelli di apprendimento in una prospettiva di confronto internazionale. Non vi è dubbio che lo sviluppo economico e sociale, e per questa via la riduzione dei fenomeni di cui si discute quest’anno alla conferenza Science for Peace, passano attraverso un rafforzamento della quantità e della qualità dell’istruzione, primaria, secondaria e universitaria.
Come in passato, è un grande piacere e un onore per l’Università Bocconi ospitare anche quest’anno, nella sua settima edizione, la Conferenza Mondiale di Science for Peace e contribuire, tramite i propri docenti e ricercatori, al dibattito costruttivo e stimolante che sempre accompagna questo importante evento.
Andrea Sironi