«I Limoni per la ricerca»: una retina per sostenere i ricercatori

Otto i ricercatori finanziati nel 2021 grazie al progetto «I Limoni per la ricerca», in collaborazione con Citrus - l’Orto Italiano. Il loro lavoro per aumentare le conoscenze nel campo dell’oncologia e della nutrigenomica

La quinta edizione è in corso. Ma il progetto «I Limoni per la ricerca», realizzato da Fondazione Umberto Veronesi in partnership esclusiva con l'azienda Citrus - l’Orto Italiano, ha già dato i suoi frutti. Sono 23 i ricercatori sostenuti dal 2017 a oggi, 8 nello specifico quelli al lavoro nel 2021 grazie ai proventi raccolti lo scorso anno. Un numero significativo, che testimonia quanto ognuno di noi, ogni giorno, possa fare molto per sostenere la ricerca, con la consapevolezza che è proprio grazie a un impegno collettivo che l’impulso acquisisce vigore.

In questo caso, anche un gesto semplice, come andare a fare la spesa e acquistare una retina di limoni, fa parte di un progetto condiviso che parla di un futuro migliore per tutti, con una ricaduta concreta anche in una fase delicata come quella che stiamo attraversando. 


C'è tempo fino al 28 febbraio per acquistare i limoni e fornire un contributo economico che andrà a sostegno dei ricercatori nel 2022. Nel frattempo, vogliamo presentarvi i ricercatori già al lavoro grazie a chi l'anno scorso, mentre la pandemia di Covid-19 aveva da poco colpito l'Italia, ha deciso di impegnarsi per sostenere la ricerca scientifica

FEDERICA RICCARDO 

Quest'anno il suo è l'unico progetto di ricerca (tra quelli finanziati in collaborazione con Citrus-L'Orto Italiano) che ricade nell'ambito dell'impegno di Fondazione Umberto Veronesi a sostegno della ricerca in oncologia pediatrica. Federica (all'Università degli Studi di Torino) vuole valutare il potenziale della vaccinazione anti-CSPG4 come terapia innovativa per il trattamento dell’osteosarcoma (uno dei tumori più aggressivi dell'età infantile). Sebbene le terapie attuali (chirurgia e chemioterapia) abbiano migliorato la sopravvivenza, la maggioranza dei pazienti sviluppa recidive e metastasi che rendono la prognosi infausta. Da qui la necessità di nuove soluzioni terapeutiche. Studi preliminari suggeriscono che la molecola CSPG4 sia importante nella progressione della malattia e rappresenti inoltre un interessante bersaglio per l’immunoterapia. Su queste basi è stato sviluppato un vaccino per stimolare in modo specifico il sistema immunitario dei pazienti contro le cellule tumorali esprimenti la molecola CSPG4.

 

ALESSANDRO GIALLUISI

Lavora all'Irccs Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli (Isernia), dove porta avanti un progetto mirato ad analizzare i tassi di invecchiamento di vari organi e la loro relazione con gli stili di vita. È stato ipotizzato che i vari organi e apparati invecchino a un ritmo differente, sebbene le evidenze scientifiche a supporto di questa ipotesi siano scarse. Inoltre, si sa poco o nulla su quali fattori influenzino questo diverso tasso di invecchiamento. Al fine di arricchire le conoscenze disponibili, verrà testata la possibilità di predire eventi chiave dell’invecchiamento (come il rischio di mortalità e di ospedalizzazione) e le potenziali influenze di stili di vita come le abitudini alimentari, l’esercizio fisico, il fumo e l’alcol su di esso.


PABLO GIRAUDI

Lavora alla Fondazione Italiana Fegato di Trieste per individuare dei biomarcatori che segnalino lo stato del fegato, quando vengono tracciati a livello sanguineo in persone con la steatosi epatica (malattia del fegato grasso). Dal momento che la biopsia epatica continua a essere l’unico metodo preciso ma invasivo nella diagnosi della steatoepatite e fibrosi epatica (evoluzione della steatosi epatica), l'obbiettivo del lavoro di Giraudi è identificare dei potenziali biomarcatori e obiettivi farmacologici coinvolti nello sviluppo e nella progressione della malattia.


GIULIA MAGNI

Lavora all'Università degli Studi di Milano, dove studia il ruolo di un supplemento dietetico a base di mais rosso nella prevenzione della sclerosi multipla e del dolore trigeminale associato. In un modello animale, verrà valutato se la somministrazione preventiva di un estratto di mais rosso sia in grado di modificare il decorso della malattia, influenzare ridurre la neuroinfiammazione e l’autoimmunità. I risultati ottenuti metteranno in luce un approccio economico e innovativo da sfruttare non solo nella sclerosi multipla, ma anche in altre malattie neurodegenerative.


NADIA PANERA

Lavora all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Obbiettivo del suo progetto è valurare gli effetti dell’idrossitirosolo e della vitamina E sulla malattia da fegato grasso (steatosi epatica) e sulla fibrosi in età pediatrica. A oggi non sono disponibili molecole efficaci e sicure per il trattamento della steatosi epatica in età pediatrica. Pertanto, i risultati dello studio potrebbero far emergere l’idrossitirosolo come un buon avversario naturale della progressione della malattia verso la forma più severa di fibrosi.


FRANCESCA PIVARI

Lavora all'Università degli Studi di Milano e indaga l’azione protettiva di specifici alimenti per comprenderne l'interazione con il microbiota intestinale nei pazienti con insufficienza renale cronica. Nell'ultimo decennio è cresciuta la consapevolezza che le molecole antinfiammatorie e antiossidanti, come quelle presenti nella curcuma e nell'olio di oliva, possano svolgere un ruolo fondamentale nel controllo della progressione dell'insufficienza renale cronica e delle complicanze cardiovascolari correlate. Risulta, dunque, interessante indagare questi aspetti al fine di limitare il peggioramento dello stato della patologia e migliorare la qualità della vita dei pazienti.


CLAUDIO TABOLACCI

Porta avanti il suo progetto di ricerca all'Istituto Superiore di Sanità (Roma). Obbiettivo: estendere le conoscenze sui meccanismi d’azione dei componenti del peperoncino nella prevenzione o nel trattamento di condizioni di obesità. È infatti noto che stili di vita sani e alcune sostanze presenti nella dieta, comprese le spezie, svolgono un ruolo cruciale nel determinare il rischio di obesità. Tra queste va annoverata la capsaicina, responsabile del carattere piccante del peperoncino. Scopo di questo progetto è quello di estendere le conoscenze sulle proprietà benefiche non solo della capsaicina, ma di tutte le sostanze presenti nel peperoncino al fine di poter contrastare la diffusione del sovrappeso e dell'obesità.


ALESSANDRO MARINELLI 

Porta avanti il suo progetto di ricerca all'Università degli Studi di Milano. Fattori ambientali, come la dieta, svolgono un ruolo importante nell'infiammazione: studi scientifici rivelano che uno stile di vita sano e attivo è associato a una maggiore prevenzione delle malattie infiammatorie. Con questo lavoro, Marinelli vuole indagare il meccanismo con cui i polifenoli riducono l'infiammazione acuta e ne prevengono la degenerazione verso lo stato cronico.

 

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