Oggi è l'International Day for Preventing the Exploitation of the Environment in War and Armed Conflict. Celebriamolo con Science for Peace
Anche se l'umanità ha da sempre contato le vittime delle guerra in termini di soldati e civilimorti e feriti, le città distrutte, i mezzi di sussistenza, e l'ambiente tutto è spesso stato vittima della guerra. Pozzi d'acqua sono stati inquinati, coltivazioni bruciate, boschi abbattuti, terreniavvelenati, animali uccisi: tutto per ottenere un vantaggio militare.
Inoltre, l'United Nations Environment Programme (UNEP) ha rilevato che negli ultimi 60 anni,almeno il 40 per cento di tutti i conflitti interni sono stati collegati allo sfruttamento delle risorse naturali.
Non soltanto risorse di alto valore come legno, diamanti, o oro, ma sopratutto le risorsescarse come la terra fertile o l'acqua. I conflitti che coinvolgono le risorse naturali inoltre hanno due volte più probabilità di riaccendersi.
Non può esserci pace durevole, se le risorse naturali che sostengono i mezzi di sussistenza e gli ecosistemi vengono distrutte.
Parleremo di acqua, cibo e conflitti a Milano il prossimo 18 novembre con esperti della FAO e del mondo accademico a Science for Peace.
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