Tumore al seno: 5 ricercatrici sostenute da PittaRosso

Anche quest'anno l'impegno di PittaRosso a favore del progetto Pink is Good permette di sostenere il lavoro di cinque giovani scienziate

Nel 2017 PittaRosso sostiene 5 ricercatrici impegnate nella lotta al tumore al seno. Dal 2014 l'azienda organizza la PittaRosso Pink Parade, un evento benefico a favore del progetto Pink is Good, che nell'ultima edizione ha contato oltre 9.000 iscritti. L'impegno dell'azienda quest'anno si concretizza con la consegna del Grant di ricerca a cinque giovani scienziate che ogni giorno in diversi ambiti studiano nuove cure contro il tumore al seno, che ogni anno colpisce 50.000 donne in Italia. 

Ecco chi sono le cinque ricercatrici:

Anastasia De Luca, 1982, PhD in Biologia cellulare e molecolare. Studia il ruolo di una proteina, chiamata FMRP, nei tumori al seno. Questa proteina è normalmente studiata in alcune malattie del sistema nervoso, ma si è notato che c'è un nesso fra la sua aumentata espressione e tumori al seno aggressivi e metastatici. L'obiettivo è arrivare a nuove terapie personalizzate per le pazienti con alti livelli della proteina e un maggior rischio di malattia metastatica. Il progetto si svolge all'Università Tor Vergata di Roma.

Nora Bloise, 1983, PhD in Scienze biomediche. Il suo ambito è la nanomedicina: all'Università degli studi di Pavia lavora allo sviluppo di un nuovo nanovettore in grado di raggiungere e colpire solo le cellule tumorali. L'idea è di utilizzare oro e polimeri biocompatibili associati a molecole ad azione antitumorale, che sappiano riconoscere le cellule tumorali e distruggerle. Lo scopo è ridurre la quantità di farmaco antitumorale necessaria e migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Federica Rossin, 1985, PhD in Biologia cellulare e molecolare. Studia il ruolo di un particolare enzima, la Transglutaminasi 2, e di una proteina chiamata Hsp70, che sono fra loro connesse e che risultano coinvolte nello sviluppo e nella pericolosità dei tumori al seno. Comprendere a fondo i meccanismi con cui un'alterazione di questi fattori influenza lo sviluppo delle cellule tumorali può portare a nuovi bersagli terapeutici. Università Tor Vergata Roma.

Giuseppina Roscigno, 1985, PhD in Oncologia molecolare e Endocrinologia. All'Università degli studi di Napoli Federico II studia nuovi sistemi modello per predire l'andamento della malattia e adattare al meglio le cure. In particolare, lavora ai cosiddetti "organoidi", modelli ottenuti da cellule prelevate dal tumore che ne riproducono fedelmente il comportamento, la crescita e la risposta alle terapie.

Elisa Vicini, 1983, medico chirurgo. Presso l'Istituto Europeo di Oncologia di Milano si studiano dati a lungo termine su nuove procedure chirurgiche conservative. L'obiettivo è raccogliere informazioni su una casistica ampia e su un lungo periodo di osservazione per confermare l'evidenza per cui si può evitare lo scavo ascellare anche in presenza di micrometastasi del linfonodo sentinella. 

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