Oncologo, ricercatore, uomo politico e pensatore. Ecco cosa ci ha lasciato
Umberto Veronesi è stato una figura di riferimento per la lotta ai tumori e la cultura scientifica internazionale. Artefice e ispiratore della Fondazione che dal 2003 porta il suo nome, più di ogni altro ha dato impulso e innovazione alla ricerca medica italiana e ha rivoluzionato la percezione della malattia oncologica.
Nato il 28 novembre 1925 a Milano, studia medicina e decide di dedicarsi allo studio e alla cura del cancro, malattia all’epoca incurabile nella gran parte dei casi. Dopo la laurea e alcune esperienze in Gran Bretagna e in Francia, nel 1951 entra come volontario all’Istituto nazionale dei tumori di Milano e ne diventa Direttore Scientifico nel 1976. Dal 1994 al 2014 è Direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, da lui fondato nel 1991, poi Direttore Scientifico Emerito. Dal 2000 al 2001 ricopre l’incarico di Ministro della Sanità della Repubblica Italiana e dal 2008 al febbraio 2011 è Senatore del Parlamento Italiano nella XVI Legislatura.
Nel 2003 dà vita alla Fondazione Umberto Veronesi per il progresso delle scienze, con l’obiettivo di sostenere la ricerca scientifica, divulgarne i principi e diffondere una corretta cultura della prevenzione. Con la sua Fondazione persegue il confronto multidisciplinare e internazionale sui grandi temi che interessano l’umanità intera, il futuro della scienza, la pace, i diritti della persona, il progresso sostenibile.
Il contributo dato alla scienza nel corso della vita di Umberto Veronesi è stato riconosciuto con quattordici lauree Honoris-Causa in medicina internazionali, la più recente dal King’s College di Londra nel 2011. In Italia gli sono state conferite cinque lauree Honoris-Causa, due dall’Università degli Studi di Milano, in Biotecnologie Mediche e in Fisica.
Riceve numerosi premi e riconoscimenti internazionali, fra i quali, nel 2003, dall’Arabia Saudita il prestigioso King Faisal International Prize award.
A Umberto Veronesi si deve in particolare l’impulso fondamentale alla chirurgia conservativa per il più diffuso fra i tumori femminili, il tumore del seno. Nel 1973 inizia uno studio pioneristico per dimostrare che i tumori di piccole dimensioni possono essere asportati con una tecnica che risparmia la rimozione totale della mammella, la quadrantectomia. Nel 1981 i dati preliminari vengono pubblicati sul prestigioso New England Journal of Medicine e il New York Times riprende la notizia in prima pagina. Inizia così l’evoluzione di pensiero oggi acquisita da ogni chirurgo, che porta a risparmiare mutilazioni non necessarie alle donne con tumore al seno: dalla massima terapia tollerabile alla minima terapia efficace.
Seguendo gli stessi principi studia e promuove tecniche innovative come la biopsia del linfonodo sentinella, per evitare la dissezione ascellare quando possibile, e la radioterapia intraoperatoria in una sola seduta durante l’intervento di rimozione. Si dedica alla prevenzione del tumore del seno con importanti studi sui retinoidi e il tamoxifene.
Pubblica oltre 800 lavori scientifici e 12 trattati di oncologia.
Contribuisce alla nascita dell’AIRC (1965), fonda il Gruppo Internazionale sul Melanoma (1970) e la Scuola Europea di Oncologia (1982). Guida per 15 anni Progetto Finalizzato del CNR sul Controllo delle Malattie Tumorali.
Negli anni partecipa a importanti organizzazioni sovranazionali, fra le altre presiede l’Unione Internazionale contro il Cancro, l’Organizzazione Europea per le Ricerche sui Tumori (EORTC), la Federation of European Cancer Societies (FECS), il Committee of Cancer Expert della Commissione Europea e conduce il programma di lotta ai tumori “Europa contro il cancro”.
Umberto Veronesi è fra i primi e più convinti sostenitori della lotta al dolore, del diritto all’autodeterminazione del paziente e dell’alleanza terapeutica fra medico e assistito. Si batte per i diritti dei non fumatori e anticipa la necessità di quella che nel 2003 diventa una delle legislazioni antifumo più avanzata al mondo. Condivide pubblicamente la scelta vegetariana e promuove la riduzione del consumo di carne per la tutela della salute e dell’ambiente.
Prende posizione nel dibattito su alcuni temi importanti di interesse comune, a favore delle disposizioni anticipate di trattamento sul fine vita, del diritto all’eutanasia, contro le norme sulla procreazione medicalmente assistita da lui considerate “antiscientifiche”; si esprime a favore del disarmo e contro le spese militari, a favore delle unioni civili fra coppie dello stesso sesso, della depenalizzazione dell’uso di droga, contro la pena di morte e a favore dell’abolizione dell’ergastolo.
Nel corso della sua lunga attività di medico e scienziato segue il motto con cui fu attivato, nel 1973 all’Istituto nazionale dei tumori di Milano, il primo comitato etico indipendente in Italia: “tutto è concesso all'uso della scienza per l'uomo, tutto è negato all'uso dell'uomo per la scienza".